La fatina che vive sotto il letto ha aspettato che cadesse il ciuccio per appropriarsene…
Last Updated on 13 Luglio 2018 by Micaela
Come dicevo qualche giorno fa, sto cominciando ad integrare con la famosa e famigerata aggiunta l’alimentazione di Massimo.
Tra meno di 20 giorni tornerò a lavoro e in qualche modo si dovrà fare.
Non nascondo che da quando Massimo ha deciso di prendere il biberon, la vita mi si è pure un po’ “alleggerita”, nel senso che il tempo per le poppate è notevolmente diminuito e questo ha fatto sì che potessi dedicarmi anche ad altro, soprattutto a Melania, che detesta vedermi allattare!
Insomma, dicevo, son riuscita a far conoscere il biberon a Massimo, cosa non proprio facile, anzi difficilissima stavolta! Al contrario delle altre due volte, in cui le bimbe accoglievano l’arrivo del biberon come una festa, Massimo non l’ha visto di buon occhio, gli faceva proprio schifo!
Non nascondo una certa preoccupazione a riguardo, ma anche un velato gongolìo c’era pure eh!
Insomma, dovevo venirne a capo in qualche modo.
Devo risolvere il problema: la scelta del biberon
Ho affrontato la cosa analiticamente: le variabili in gioco erano 2:
– latte diverso => sapore diverso
– biberon => meccanismo di suzione diverso, consistenza diversa.
Approccio analitico
Manteniamone una costante e variamo l’altra, vediamo cosa succede.
Quindi mi sono tirata un po’ di latte mio e l’ho messo nel biberon.
Niente. Non voleva bere neanche il mio latte in questa maniera.
Allora a parità di latte, è il biberon che non gli piace!!!!
Ma come è possibile?!?!?! Ho preso uno degli ultimissimi biberon in commercio, quelli con il design apposta pensato ad essere quanto di più simile al seno materno (a patto di avere dei capezzoli duri e freddi come l’acciaio!), quelli in cui la pubblicità si vede il papà allegro e felice di allattare lui…. come è possibile che non funziona?!?
Ok…
Cambiamo ora la seconda variabile: il biberon.
E qui ho fatto l’errore di mandare Marco a prendere un nuovo biberon, senza stargli a specificare le caratteristiche che avrebbe dovuto avere… faccio quindi mea culpa!
Torna a casa con un biberon della stessa casa del precedente, ma con un flusso quintuplicato, con la tettarella da 4 mesi e più…. ERRORISSIMO!
Lo proviamo e Massimo non fa altro che piangere al biberon, bagnandosi con tutto il latte che gli fuoriusciva dalla bocca…
Povero, abituato alla mia goccetta ogni quarto d’ora, non riusciva a gestire un flusso del genere e si faceva la doccia!
Ho capito quindi che non avrei dovuto scegliere il flusso in base all’età di Massimo, ma in base alle sue abitudini… quanto possono essere fuorvianti queste indicazioni dettate dall’età di un bimbo (tettarella 0+, 2+, 4+, etc…) potrebbero mandare in paranoia una mamma inesperta che forse potrebbe anche pensare che c’è qualcosa che non va se suo figlio di 5 mesi, magari preferisce una tettarella da 0 mesi, o no!? Vabbè…
Proviamo un altro biberon, ma stavolta ci vado io a prenderlo, eh!
Dopo essermi ben documentata in rete (e per questo ringrazio vivamente MammaModelloBase2.0) vado spedita e sicura, a costo di provarle io personalmente tutte le tettarelle del negozio.
Le caratteristiche erano chiare e semplici:
– tettarella morbidissima e schiacciata (non troppo abbombata)
– flusso minimo
– preferibilmente anti-colica
Bene!
L’ho trovato!
E’ il first bottle della MAM.
Non tutti i bimbi sono uguali e ognuno ha le sue preferenze, si tratta quindi di coglierle, di interpretarle e di cercare di trovare una soluzione.
Una volta conosciuto questo biberon, tutti i miei timori e perplessità sono svaniti…
C’è una controindicazione qui, e va detta, ed è questa: una volta conosciuto e apprezzato il biberon, Massimo, quando sta attaccato al seno e il flusso non è più costante, comincia ad innervosirsi e a non volerne sapere più…
In questi casi, dopo che il bimbo non vuole più stare attaccato, integro la poppata con l’aggiunta e sarebbe meglio tirarsi il latte dal seno e conservarlo per la poppata successiva, in modo da svuotare del tutto il seno, oppure attaccare il bimbo prima che sia affamatissimo, cosicchè ha la pazienza di stare a ciucciare fino a svuotamento completo.
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in effetti sì, io ho integrato dai quattro mesi e poco dopo ho smesso di allattare(pure io per il lavoro). se provvano il biberon preferiscono la via più facile, ma l’importatne è risolvere!
dipende molto dai bambini. il mio grande con la baby sitter ci ha messo un po’ per abituarsi al biberon ma il latte era il mio, e comunque non gliel’ho mai dato io prima per farlo abituare, me lo aveva sconsigliato il pediatra, inutile torturarlo prima del tempo, ed in effetti dopo 3 giorni di pianti se lo scolava tutto senza problemi. in effetti l’impressione che ho avuto è stata che siccome il biberon glielo dava sempre qualcuno che non ero io, lui sapeva che la tetta era quando c’era la mamma (quindi molto più che “mangiare”), il bibe quando non c’era la mamma. il secondo ha avuto meno latte tirato (semplicemente ne avevo meno) e ha iniziato anche prima a mangiare perchè evidentemente affamato. comunque anche lui si è abituato presto al biberon, dopo alcuni giorni di tentativi, al nido. la morale è che finchè ci sei tu non lo accetta, se tu non ci sei per forza di cose la fame lo spingerà ad adattarsi alla nuova situazione. e anche che una persona come una baby sitter o un’educatrice sicuramente vivono la cosa con meno stress rispetto a come la vive ovviamente la mamma. poi certo i bambini sono tutti diversi, reagiscono in modo diverso… per esempio il mio primo figlio adorava la tetta e gli bastava quella per calmarsi sempre, il mio secondo la vive come una coccola della sera, ma certe volte se gli dai latte e biscotti preferisce di gran lunga! e anzi a volte gli basta vedere il fratello che si gira dall’altra parte e se ne frega di ciucciare. alla fine comunque ognuno trova il suo modo e le cose si risolvono, e comunque si tratta di pochi mesi e poi via al cibo libero! 🙂
[…] la poppata a più riprese. Ci sono bimbi, poi, come il mio Massimo, che invece hanno bisogno del biberon giusto, perchè il latte va più che bene, è la tettarella che fa la differenza! Insomma, ci sono un […]