Last Updated on 11 Febbraio 2020 by Micaela

Siamo tornati alla base, dopo una settimana di esilio forzato in ospedale.

E anche se normalmente 7 giorni sono pochi, sono sembrati un’infinità infinita: il tempo faticava ad andare avanti, avanzava al rallentatore, in maniera pesante. In ospedale si aspetta. Non si fa altro. Aspetti la visita del dottore, aspetti il pranzo, aspetti le visite dei parenti, aspetti l’ora di dormire, aspetti l’operazione, aspetti l’esito degli esami, aspetti l’infermiere che porta la terapia, aspetti…

Massimo si è rotto il gomito a scuola ed i tempi per rimetterlo a posto sono stati lunghi e, cosa ancora più difficile, anche dolorosi.

La normalità si rompe in un istante

Ma ora ci siamo. Siamo tornati tutti insieme alla base. Le bimbe hanno potuto riabbracciare il fratello, che è mancato loro tantissimo. Io sono riuscita a farmi la tanto agognata pennichella sul mio bel divano.
Docce e lavatrici vanno come se non ci fosse un domani.

Ma, come dice la nostra nuova Elsa di Frozen che si illumina e canta, “All’alba sorgerò! e, nonostante la stanchezza, vedo le cose sotto un altro punto di vista.

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Banalmente la normalità prende significato quando non è più così scontata.
Accompagnare i bambini a scuola, andare a fare la spesa, la tisana calda la sera davanti alla tv, infilare i piedi congelati nel letto sotto le gambe di Marco, la telefonata all’amica, la riunione in ufficio, la pausa pranzo, la lettura della buonanotte, preparare la cena e apparecchiare per tutti… tutto sembra scontato, ma non lo è affatto.
E ancora, le corse, gli incastri con i tempi, i soliti capricci, i dispetti tra fratelli, la montagna di panni da piegare… tutto riesce a diventare bello in momenti come questi.

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Quando la normalità manca

Quando manca anche solo un membro della famiglia, e non per divertimento, allora quel buco diventa una voragine.

Quando insieme a quel membro della famiglia manca anche mamma o papà, allora la cosa può essere destabilizzante per tutti gli altri. La vita cambia in un soffio.
La solita routine in un battito di ciglia, può essere sconvolta.

Ringraziando il cielo qui si tratta di qualcosa di risolvibile. Lungo, ancora difficile e antipatico, ma risolvibile (speriamo in maniera completa). Non oso immaginare a quelle mamme che vivono l’ospedale con i propri figli in maniera quasi quotidiana, come un appuntamento fisso, periodico. Le ammiro, ho cercato di cogliere un briciolo della loro forza attraverso l’incrocio dei nostri sguardi, ho cercato di ridimensionare le mie paure e la mia stanchezza osservando il loro fare deciso, sicuro.

Si apprezza la banale, noiosa, ripetitiva vita di tutti i giorni e la si anela come si va alla ricerca di ossigeno sott’acqua.
Stiamo risalendo a galla e stiamo respirando a pieni polmoni ora.
“All’alba sorgerò!”

Se volete saperlo, questo nuovo giocattolo della linea Giochi Preziosi 2016 è Elsa Luci del Nord, che con le pile Duracell Ultra Power può cantare e illuminare la stanza dei bambini per tempi molto lunghi.
Un regalo di Natale di sicuro successo per le amanti del film Frozen.

https://youtu.be/zBLsc8Muyjk%20

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