Metti insieme un manipolo di 10 amiche pazze e il nuovo film di Bridget Jones…
Last Updated on 28 Novembre 2018 by Micaela
immagine tratta dal web |
Questo è un post semi-serio, lo dichiaro sin dal principio, per non incappare in fraintendimenti di qualsivoglia tipo, non vorrei mai e poi mai!
Ormai è acclarato che la depressione post partum è una fase molto delicata ed un passaggio che, più o meno, tutte noi mamme attraversiamo, in maniere differenti e ciascuna con i propri sintomi e campanelli d’allarme.
Le cause sono principalmente ormonali, a cui si aggiungono sensazioni di panico, ansia e paura di non farcela, e condizioni varie al contorno, cose del tutto comprensibili, soprattutto se si è al primo figlio.
Ognuna di noi poi cerca di superarla, magari facendosi aiutare, perchè non è una cosa da sottovalutare, da mascherare o da nascondere, assolutamente no!
E se ne esce.
Detto questo, torniamo a noi.
Ora vi racconto i miei 3 “tipi di baby blues”.
Primo baby blues
Dopo la nascita di Miriam, immediatamente dopo le dimissioni della bimba dal reparto di neonatologia, dove era stata trattenuta un paio di giorni in più rispetto a me, per ittero e altre cosucce da niente, siamo andati a casa nostra: Marco, la frugoletta ed io.
Da soli.
Sì, perchè ci dicevamo: “Noi siamo bravi, ce la facciamo!”
Ero ancora convalescente, non riuscivo a tenermi dritta per i punti e mi sentivo debole e sempre stanca.
Casa era praticamente nuova. Ancora non la sentivo come la “mia casa”. Mi era quasi del tutto estranea.
Il comprensorio dove abitavamo era appena finito di costruire.
Eravamo gli unici abitanti nel giro di non so quanti km.
Silenzio e polvere di calcinacci tutto intorno.
Marco usciva la mattina presto e rientrava nel tardo pomeriggio dal lavoro.
Io rimanevo da sola in casa con questo fagottino tutto il giorno, senza sapere neanche come si cambiasse un pannolino o come si prendesse in braccio un neonato, e chi l’aveva mai fatto prima????
Per fortuna che Miriam è stata una bimba facile da gestire, per fortuna che Marco è un marito attento e premuroso, altrimenti una seria depressione post partum non me l’avrebbe tolta nessuno, eh!
E nonostante le visite dei nonni, ho sofferto, mi sentivo sola.
Ho sofferto, perchè ricordo quelle giornate interminabili, pesanti, grigie.
Ho sofferto perchè non mi sentivo più me stessa.
Ho sofferto perchè, essendo lei nata in ottobre, ho passato tutto l’autunno e l’inverno successivi chiusa in casa per paure e ansie tutte mie!
Ho sofferto perchè non realizzavo che non potevo pretendere di tenere tutto sotto controllo come facevo prima.
Ho sofferto perchè non mi abbandonavo con rassegnazione a quella sensazione di sonno e stanchezza perenni.
E mi sono letteralmente abbrutita, ammusonita.
Anelavo la compagnia di Marco, non vedevo l’ora che rientrasse la sera per scambiare due parole, per ricevere coccole anche io… e spesso mi trovava in un lago di lacrime, perchè magari avevo appena finito di vedere un telefilm in cui c’era una scena melensa, o anche solo avevano mandato la pubblicità della scottex… non ricordo…
Poi è cominciata la primavera, la bimba cresceva bene e, con il mio rientro a lavoro, son rinata, ho ricominciato la mia vita di sempre, con l’arricchimento della mia piccola creatura.
Baby blues superato.
Secondo baby blues
Non lo definirei baby blues, ma proprio PAURA FOTTUTA!
Ritrovarmi nel giro di pochissimo tempo con due bimbe piccole, mi spaventava parecchio, per questo motivo ho scelto di non tornare immediatamente a casa nostra, ma di “sostare” a casa di mia madre per un po’… per un bel po’… diciamo almeno 2 mesi, dopo la nascita di Melania!!!!
Ricordo quei giorni con piacere.
Mi dedicavo all’allattamento di Melania in toto.
Miriam trotterellava per casa.
Mamma mi aiutava in tutto e mi preparava pranzetti succulenti e sostanziosi per rimettermi in sesto, dopo il devastante parto del mio secondo torello!
E ricordo ancora con ansia quando mi veniva posta la domanda: “Ma quando tornate a casa vostra?”, a quel punto cominciavo a farfugliare qualcosa di incomprensibile, il respiro mi si troncava, il sudore freddo mi rigava il volto, le mani cominciavano a tremare, fuggevo lo sguardo dell’interlocutore, con una scusa qualunque mi allontanavo e Marco rispondeva al posto mio: “Quando ci sentiremo pronti!”.
Poi, ho realizzato che non potevamo restare a tempo indeterminato da mammà, prima o poi dovevo riuscire a gestire le cose e a camminare con le mie gambe e siamo tornati a casa.
Non so come, ce l’ho fatta, senza cadere nella stessa apatia precedente!
E fine del secondo baby blues.
Terzo baby blues…. o meglio Syndrome Incazzosa Contro Marito!
Non è stato proprio un baby blues, non mi sono sentita affatto depressa, apatica, stanca, impanicata, o altro…
sono letteralmente INCAZZATA NERA.
Sì, sì.
Proprio così.
Ma non con tutti, eh… non ce l’ho con il mondo intero… la mia incazzatura è tutta rivolta verso Marco, ma, per fortuna, non sempre, mi capita solo in alcuni momenti.
Quando vedo Marco che si avvicina comincio a dire: Non ti avvicinare, non mi toccare, non mi parlare, non mi pensare, non mi considerare, fa finta che non ci sono, che non esisto, che non mi conosci, fa caldo, ho il mal di testa, il mal di pancia, i piedi gonfi e mi prude la testa… se ti avvicini… se ti avvicini, nella migliore delle ipotesi ti becchi un pugno sul naso, nella peggiore, ti castro!
Ecco, al terzo figlio ho capito che non rischio di cadere nella depressione, ma di pestare Marco di botte…
sarà normale???
Credo di si 🙂
Poi passa anche questo di baby-blues!
Me lo auguro… per il bene di Marco!!!! ;o)
Non so che dire, ognuno ha le proprie reazioni. Devo dire che ho vissuto le stesse sensazioni che hai vissuto con Miriam, dopo la nascita della mia Ciopo!
Credo che un po’ tutte siamo passate soprattutto nel mio “primo” baby blues… l’importante è che ne siamo uscite!
Io ce l’ho spesso la “Syndrome Incazzosa Contro Marito”!!! ma secondo me non passa a breve!!! Almeno io me la porterò dietro fino alla maggiore età dei miei figli!!!
aahahhahahaha…
c’è mica qualche altro motivo per essere così incazzosa contro il maritozzo?????
No, no! Semplice “Stress da famiglia” …. il problema è che anche io lavoro esattamente come lui, però alla fine sono sempre io che devo organizzare e pensare a tutto ANCHE a casa (spesa, cucina, lavatrici, …), la gestione dei figli, ecc. Lui mi aiuta ed è presente, però devo sempre PENSARE a tutto io e COORDINARE tutto….. Ed è uno STRESS!!!
Ah, ecco… infatti mi riferivo a questo quando ti ho fatto quella domanda (sarcastica!)…
A me il tuo terzo baby blues è venuto dopo la seconda bambina. E a fasi alterne, ritorna. Mah!
Allora avvertimi quando ti passa del tutto… così mi regolo pure io!
Anche io ho vissuto male entrambi gli inizi, per motivi differenti…menomale che passa presto! Certo che se dico a mio marito che al terzo ti viene quel tipo di baby blues……bhè, il terzo me lo posso dimenticare!!!!
E tu non glielo dire no!? ;o))))
Ciao, è la prima volta che passo di qui… e leggere i tuoi baby blues è stato come rivedere in un flash i primissimi mesi con mio figlio. Non posso parlare di un vero e proprio baby blues arrivato subito dopo la gravidanza (anzi, mi sentivo molto energica e in forma già a una settimana dal cesareo, và a sapere), ma di una “stanchezza triste”, una forte sensazione di essere sola contro tutto nei mesi successivi. Mi è mancato un valido aiuto nelle cose pratiche (anche se un po’ lo rifiutavo, pur di non avere gente per casa) e ho sbagliato a voler fare tutto da sola. Ricordo che non vedevo l’ora di appioppare il bimbo a qualcuno per poter uscire un’oretta e ritornare a sentirmi la me stessa di prima. Secondo me un meraviglioso regalo per una neomamma potrebbe essere un aiuto domestico o baby sitter per le prime settimane di vita del bimbo, anche per permetterle di dedicarsi un po’ più a se stessa. Sogno?
Eh… magari!!!!
Questo può essere un suggerimento per chi non sa cosa regalare ad una neomamma!!!!