E' da tempo che pensavo di essere arrivata ad una fase di stallo, non in…
Last Updated on 21 Marzo 2022 by Micaela
Will Smith ci racconta una nuova storia. E’ una storia di una famiglia di colore americana, negli anni ’90, quando la ghettizzazione nei confronti degli afroamericani era ancora più spietata e spinta di oggi, quando era precluso loro anche solo l’accesso a certi luoghi e quando il loro destino sembrava pressoché segnato dal colore della loro pelle.
Una famiglia vincente: solo insieme si va avanti
Nei sobborghi di Compton in California c’è un padre, con ben 5 figlie di diverse età, che cerca di garantire loro una esistenza dignitosa e nel contempo insegna loro la necessità di emanciparsi e autoaffermarsi in quel mondo. Gli unici strumenti a loro disposizione erano: lo studio, il lavoro duro e credere nei sogni per poterli perseguire, senza distrazioni.
Insieme a King Richard, il padre appunto, c’è una madre di una forza e di una capacità di fare da collante invidiabile. Difficile vivere serenamente insieme ad un uomo così caparbio e determinato, così spietato e volto al raggiungimento degli obiettivi, così preso da se stesso e dalle sue convinzioni. Difficile non rimanerne schiacciata, anche agli occhi delle figlie. Ma ciò non accade. Una donna che sopporta, ma che alza la testa quando è il momento di farlo, soprattutto per difendere la felicità delle proprie figlie, per difendere la loro esistenza e i loro futuro. Una donna che ha un progetto che va al di sopra di quello del marito, anzi, che lo ingloba e lo estende.
Difficile che si vinca da soli, anzi, non accade mai. Si vince solo se si rimane insieme. E questa storia ne è la dimostrazione.
La storia di Venus e Serena Williams
Richard sa che ha tra le mani, non una, ma ben due delle prossime promesse del tennis mondiale: Serena e Venus Williams.
Non c’è pioggia che tenga, non c’è campo dissestato che tenga, non ci sono bulli che tengano, non ci sono impegni extra che tengano, l’importante è tenere bene a mente l’obiettivo per poterlo raggiungere.
Lui continua a ripetere alle figlie, come una sorta di lavaggio del cervello, che lui ha un piano, che lui ha già previsto tutto ed ha la soluzione per tutto.
Inutile dire che di impedimenti, di pregiudizi, di intoppi, ne hanno trovati a valanghe sul loro cammino. Ma loro avevano un piano, che prevedeva il superamento anche di quelli, sempre a testa alta e senza scendere a compromessi.
La pressione della competizione
E si sottolineano ancora di più le differenze con le famiglie bianche, quei figli che hanno tutto, che danno tutto per scontato, che sprecano occasioni per svogliatezza o solo perchè non si tratta del proprio sogno, ma quello dei genitori. Esce fuori la pressione a cui sono sottoposti i figli, le cui aspettative che devono attendere sono sempre più alte e guai se ciò non accade.
Nessuno di loro, prima di un match importante, dice al figlio di divertirsi in campo e di fare esattamente quello che sa fare, nulla di più. Si deve uscire fuori da quel campo da vincitori, altrimenti non vale proprio la pena aver intrapreso quella strada.
Richard, nonostante la sua integerrima testardaggine, fa un passo indietro quando capisce che quel mondo così competitivo possa fagocitare le figlie inesorabilmente. Le protegge. Le tutela. Fa vivere loro la quasi spensieratezza della loro età, fino a quando non saranno proprio loro stesse ad esprimere la volontà di tentare, perchè ora quello è diventato il loro sogno.
Il sogno americano degli anni ’90
Il sogno americano si incarna in queste due ragazzine di colore, determinate quanto e più del padre, non solo a vincere, ma a tenere fede ai propri valori e a ricordare sempre da dove vengono.
Un bel film, che parla di valori sani, di famiglia e di condivisione.
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