Un film perfetto per Natale, ma anche per qualsiasi altra occasione, è "Piccole Donne" del…
Last Updated on 21 Marzo 2022 by Micaela
Katherine (Emma Thomson) storica presentatrice ed ideatrice di un programma televisivo “Tonight with Katherine Newbury” non più giovanissima e il cui seguito ha preso il declino.
Al palinsesto serve risollevare le sorti degli ascolti e lo si fa ormai a suon di ospitate di youtuber e comici di dubbio gusto. E’ per questo motivo che viene deciso che il suo show deve essere cancellato.
E poi c’è Katherine – la storia
Il suo buon gusto, la sua sottile ironia, la sua decennale esperienza sarebbero state soppiantate da banalità, scemenze e volgarità che invece, a quanto pareva, sembravano riscuotere un notevole successo.
Questo Katherine non può certo accettarlo, soprattutto perchè ha investito la sua intera vita in questo show, ma non riesce a trovare subito il rimedio per porre fine alla sua impopolarità, anzi, non fa altro che peggiorare le cose.
La sua esperienza si traduce in saccenza, la sua determinazione in cinismo, la sua devozione al lavoro in disumanità, la sua esperienza in obsolescenza. C’è bisogno di un cambio di passo epocale per lei e nel minor tempo possibile.
Per cambiare, c’è bisogno di coraggio
Con cosa iniziare?
Innanzitutto assumendo nel suo staff una donna. Infatti Katherine si è sempre circondata di uomini con cui lavorare, proprio perché affetta dallo stesso maschilismo di cui è impregnato il solito sistema (e di cui poi sarà vittima lei stessa). E questa è stata la miccia del vero cambiamento.
Nel suo staff di autori arriva così Molly (Mindy Kaling), una giovane donna indiana, senza alcuna esperienza nel campo, eppure foriera di grande cambiamento.
La ragazza porta con sé solarità, ottimismo, freschezza e una nuova visione. Non solo.
Molly è coraggiosa, riesce a tenere testa a Katherine, riesce a portare alla sua attenzione idee rivoluzionarie che inizialmente non piacciono affatto alla temibile capa. Nessuno aveva mai osato non accondiscendere alla cinica megera, macchina da guerra in fatto di televisione.
Illuminanti sono i dialoghi che avvengono nella sala riunione degli autori appena arriva Molly tra loro. Tutti pronti a puntare il dito addosso all’unica donna che è stata assunta soltanto per ricoprire quella famosa quota rosa e solo perché appartenente ad una minoranza etnica. A nessuno balena l’idea che Molly possa essere una persona degna di attenzione e capace di un suo pensiero. Valido. Nemmeno alla stessa Katherine, donna bianca e di potere che ricalca lo stesso ruolo di un uomo nella sua medesima posizione.
Donne contrapposte. Donne in lotta tra loro. Donne soggiogate da altre donne. Donne che se non spezzano il modo di fare dell’uomo, ne saranno entrambe vittime. E così accade che le cose cambiano.
La forza delle due protagoniste di E poi c’è Katherine
Katherine e Molly sono due donne diametralmente opposte ma che a suon di testate figurative riescono ad intendersi. Entrambe rendono l’altra consapevole del proprio valore e una volta accettato questo si integrano e diventano invincibili.
Il ritmo di questa commedia è incalzante, ci sono battute a profusione (sebbene non facciamo poi tanto ridere, in effetti) ed emergono le trame del sistema maschilista senza troppe forzature, anzi, trasudano quasi naturalmente. Si evidenzia quanto ciascuna di noi ha sempre vissuto sulla propria pelle senza nemmeno rendersene conto. Sta tutto lì, sullo schermo, davanti ai nostri occhi.
E poi c’è Katherine è un film piacevole, divertente e al tempo stesso illuminante, con una resa magistrale grazie all’immensa Emma Thomson.
Da vedere.
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