Last Updated on 23 Gennaio 2025 by Micaela

Dall’11 dicembre esce nelle sale italiane Kraven Il Cacciatore, prodotto da Sony Pictures in associazione con Marvel. Il film racconta la storia di Sergei Kravinoff, personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko nel 1964 e uno dei villain più amati dell’universo di Spider-Man.

La storia di Kraven il cacciatore [no spoiler]

Kraven – Il Cacciatore racconta la violenta storia della nascita e del destino di uno dei villain più iconici della Marvel. Aaron Taylor-Johnson interpreta Kraven, un uomo la cui complessa relazione con il suo spietato padre, il gangster Nikolai Kravinoff (Russell Crowe), lo conduce su un cammino di vendetta con conseguenze brutali, motivandolo a diventare non solo il più grande cacciatore del mondo, ma anche uno dei più temuti.

La recensione di Kraven il cacciatore

Il film si presenta con un’atmosfera cupa, perfettamente in linea con il personaggio tormentato di Kraven. Tuttavia, il ritmo narrativo risulta discontinuo: a tratti lento, con momenti di introspezione che avrebbero potuto aggiungere profondità, ma che finiscono per smorzare la tensione. Appena sfiorato, ad esempio, il rapporto con la madre che risulterebbe avere una grande importanza nella sua formazione e toccato marginalmente anche il rapporto con il fratello, più debole e vittima della brutalità del padre.

Azione ed effetti speciali

L’azione è ovviamente presente, ma non quanto ci si aspetterebbe. Avrei voluto più scene dinamiche e mozzafiato, soprattutto considerando il potenziale del personaggio e magari qualche effetto sorpresa, che è mancato. Gli effetti speciali lasciano molto a desiderare: un mix retrò che, se da un lato potrebbe avere un certo fascino nostalgico, dall’altro stona con le aspettative di uno spettatore moderno abituato agli standard elevati del Marvel Cinematic Universe.

Recitazione e dialoghi

Sul fronte della recitazione, Aaron Taylor-Johnson regge da solo il peso del film, offrendo un’interpretazione convincente e carismatica (molto carismatica!) che, da sola, giustifica il biglietto del cinema. Russel Crowe, direi: sprecato. Il resto del cast sembra sottotono: poca intensità, scarso pathos e dialoghi prevedibili che non riescono a dare spessore ai personaggi. La co-protagonista femminile, relegata a un ruolo stereotipato di supporto salvifico, è un esempio lampante del cosiddetto “principio di Puffetta” (l’unico personaggio femminile di fronte a un intero mondo maschile), con un copione limitato e una caratterizzazione appena abbozzata.

Una storia che prometteva di più

La trama aveva tutte le carte in regola per essere incisiva, con il suo tema centrale sul labile confine tra bene e male e sul cambio di prospettive. Purtroppo, questi spunti vengono trattati in modo superficiale, come se gli autori avessero fretta di passare oltre. L’improvvisa comparsa di personaggi con superpoteri è gestita senza troppa preparazione, lasciando lo spettatore confuso e poco coinvolto.

No post credi scene!

Un grave passo falso è l’assenza di una scena post-credit, un elemento ormai atteso e apprezzato dagli appassionati del genere e in sala si sente la mancanza. Il film accenna solo vagamente a un possibile collegamento con Morbius, lasciando aperte troppe questioni irrisolte e deludendo chi sperava in una costruzione più solida di questo filone narrativo. Alla luce di ciò, Kraven – Il Cacciatore potrebbe segnare la fine dell’esplorazione Sony-Marvel dedicata ai villain, con un possibile ritorno di focus su Spider-Man.

Perché vederlo, nonostante tutto?

Nonostante i suoi difetti, il film merita comunque una visione al cinema. Le due ore scorrono piacevolmente, grazie soprattutto alla performance magnetica di Aaron Taylor-Johnson e a un protagonista che, per quanto sprecato, mantiene intatto il suo fascino. Insomma, ce n’era bisogno? Forse no, ma per i fan del genere e per chi apprezza i personaggi tormentati e carismatici, vale la pena dargli una chance.

Attenzione: non adatto ai bambini

Il film non è assolutamente adatto ai bambini. In sala è vietato ai minori di 14 anni per la presenza di svariate scene violente, che contribuiscono a delineare il tono crudo e brutale della storia.

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