Last Updated on 16 Marzo 2025 by Micaela

Everything Everywhere All at Once è un film che sfida ogni classificazione e rompe le convenzioni del cinema contemporaneo, per questo vorrei definirlo: un folle caos. Unisce azione, fantascienza e dramma familiare in un turbine visivo ed emotivo senza precedenti. Infatti il film ha così tanti livelli di lettura e di visione, che andrebbe visto almeno tre volte, ma vista la durata di quasi due ore e mezza, è difficile riuscire a farlo. Meglio mettersi seduti comodi almeno una volta e cercare di non voler trovare a tutti i costi un filo logico o di capire tutto e subito, anzi, non si capirà molto fino alla fine. Anzi, alla fine ci si alza dalla poltrona con un grande “boh!”.

Ma torniamo al film, o al folle caos, per intenderci.

Everything everywhere all at once – la trama

Diretto dai Daniels (Daniel Kwan e Daniel Scheinert) e uscito nel 2022, il film segue la storia di Evelyn Wang, una donna di origini cinesi che gestisce una lavanderia insieme al marito Waymond. La sua esistenza è un susseguirsi di problemi: la famiglia è sull’orlo del fallimento, il matrimonio sta andando alla deriva e la relazione con la figlia Joy è sempre più tesa. Quando un controllo fiscale da parte dell’implacabile agente dell’IRS Deirdre Beaubeirdre minaccia di aggravare ulteriormente la situazione, Evelyn scopre improvvisamente di essere la chiave per salvare l’intero multiverso. Catapultata in realtà parallele assurde e imprevedibili, si ritrova a vivere versioni di sé stessa che spaziano da una celebrità del cinema a una cuoca esperta di combattimenti con il wok, fino a un essere con dita a forma di hot dog.

La teoria del multiverso

La teoria del multiverso che viene seguita nella narrazione è quella secondo la quale per ciascuna scelta viene presa nella vita, la linea si biforca ed esisterà un nuovo universo con un’altra versione di noi stessi in cui abbiamo preso l’altra alternativa. In sostanza, una sorta di sliding doors in cui accade tutto ciò che viene escluso dalla scelta appena fatta. Ecco perchè esistono diverse versioni della protagonista: nel caso in cui non si fosse sposata, oppure avesse scelto di perseguire il proprio sogno di diventare una cantante e così via. Cosa sarebbe successo se quelle scelte non fossero state prese in quella maniera?
Non solo. Esiste anche una versione di universo in cui esistono soltanto rocce parlanti, oppure esseri umani che hanno al posto delle dita dei wurstel gommosi. In questi casi si fa riferimento al caso in cui le leggi della fisica fossero regolate da altre costanti universali e da altre situazioni al contorno.

Il cast

Il cast è straordinario e regge perfettamente la folle complessità del film. Michelle Yeoh, nel ruolo della protagonista Evelyn, offre un’interpretazione magistrale che fonde comicità, azione e profondità emotiva. Ke Huy Quan, che interpreta Waymond, torna sul grande schermo dopo anni di assenza e si rivela una delle anime più toccanti del film, dando al personaggio una dolcezza e una forza inaspettate. Stephanie Hsu è Joy, la figlia in crisi, il cui dolore e senso di alienazione diventano il cuore pulsante della storia. Jamie Lee Curtis, nei panni dell’agente dell’IRS, regala un’interpretazione ironica e memorabile, dimostrando ancora una volta la sua incredibile versatilità.

Un trionfo di premi Oscar

Everything Everywhere All at Once è stato un vero trionfo agli Oscar del 2023, portando a casa ben sette statuette, tra cui Miglior film, Miglior regia per i Daniels, Miglior attrice protagonista per Michelle Yeoh, Miglior attore non protagonista per Ke Huy Quan, Miglior attrice non protagonista per Jamie Lee Curtis, Miglior montaggio e Miglior sceneggiatura originale. Un riconoscimento senza precedenti per un’opera così atipica e sperimentale, che ha saputo conquistare pubblico e critica grazie alla sua capacità di mescolare generi e toni in modo così audace e innovativo.

E’ davvero un folle caos!

Ciò che rende Everything Everywhere All at Once un film rivoluzionario (un folle caos, appunto) è la sua capacità di combinare il caos narrativo con una profondità emotiva disarmante. L’uso sfrenato del multiverso non è solo un pretesto per spettacolarità visiva, ma un mezzo per esplorare tematiche universali come il senso di appartenenza, il peso delle aspettative familiari e la ricerca del significato della propria esistenza. A differenza di altre pellicole che hanno affrontato il concetto di universi paralleli, il film non si limita alla pura speculazione fantascientifica, ma riesce a rendere ogni salto dimensionale una metafora per la frammentazione dell’identità e per le infinite possibilità della vita.

L’innovazione del film sta anche nel suo linguaggio visivo e nella sua energia travolgente. Il montaggio frenetico, gli effetti speciali sorprendenti e la regia dinamica creano un’esperienza cinematografica unica, in cui ogni scena è un’esplosione di creatività. I Daniels riescono a fondere l’assurdo e il profondo in un equilibrio perfetto, passando dal demenziale al filosofico senza mai perdere il filo emotivo della storia.

E si esclama: “Boh!”

Everything Everywhere All at Once è molto più di un film spettacolare: è un viaggio che sfida le convenzioni, che emoziona e che lascia il pubblico con una sensazione di meraviglia e di riflessione profonda. È un’opera del tutto surreale.

Forse potrebbe anche interessarti:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *