Qualche settimana fa siamo andate al cinema a festeggiare il compleanno di un'amichetta. Il film…
Last Updated on 10 Ottobre 2015 by Micaela
Cosa intende per “muta” per uscire dall’obesità?
Non è un manuale per perdere peso, allora cosa è?
Perchè mi incuriosisce così tanto?
Secondo me, c’è dell’altro…
Con questi pensieri mi sono accinta a leggere il libro di Francesca Sanzo: 102 chili sull’anima.
Ed ho fatto bene. Molto bene.
Francesca apre il suo cuore, la sua anima al lettore in maniera limpida, schietta, senza false vergogne, forse con qualche timore, ma sicuramente senza nascondersi dietro ad un dito, anche perchè, quando si pesa un quintale tondo tondo, è difficile nascondersi dietro ad un dito. Forse si riesce a fuggire dal proprio io più profondo, forse si riesce a pensare che tutto sommato la vita va avanti lo stesso, come e meglio degli altri, forse si riesce a prendere in giro per un po’ la propria coscienza, la propria intelligenza… ma prima o poi ci si guarda allo specchio con gli occhi spietati del nostro cinismo, scatta la molla dell’oggettività, dovuta ad un qualsiasi evento banale quotidiano e allora sono guai.
Perchè se ci si prende di petto da soli, mettendoci di fronte a quella che è la realtà, allora non possiamo più scappare. E qui comincia la vera lotta interiore: l’equilibrio si è rotto, per sempre. Non si può e non si deve tornare indietro. Si deve trovare il modo per cambiare, per migliorare, per rivoltarsi come un calzino e risolvere la situazione.
Che si tratti di chili di troppo, in questo caso 40 chili, o di altro tipo di cambiamento, poco importa. E’ un processo verso il cambiamento lento, progressivo, spietato e irreversibile. Perchè oltre a cambiare esteriormente, si cambia testa, si cambia vita e si cambiano i rapporti con se stessi e con gli altri.
Francesca apre il suo armadio pieno di scheletri, affronta a viso scoperto paure ataviche, problemi rimasti appesi, discussioni non risolte e le prende a schiaffi, una per una, per risolverle o per polverizzarle definitivamente, perchè tutto parte da lì. Parte da una adolescenza difficile e da un rapporto con il cibo conflittuale da subito, parte da una figura paterna ingombrante e opprimente, parte da sue convinzioni di se stessa distorte e lontane dalla realtà.
Molto lontane.
La muta
Lei che non si credeva capace di portare a termine nulla, dimostra a se stessa e al mondo intero che è capace di spostare montagne, con la sua sola forza di volontà e determinazione. E questo la cambia profondamente dall’interno. Questa è la sua muta.
Circondata dagli affetti, quelli veri, trova la forza per risolvere l’irrisolto e cambiare radicalmente. E ci è riuscita.
Nel libro ribadisce più volte che non è che lei si sente più brava di altri, anzi, la sua vuole essere una testimonianza positiva che ce la si può fare per amore di se stessi, per amore di un figlio, per amore verso la vita. Lei è la dimostrazione che quando si ritorna ad ascoltare il proprio corpo, le proprie vere esigenze, la propria vera essenza, allora la strada ci si apre davanti, inconfondibile: sicuramente in salita, disseminata di buche e rovi, ma è lì, davanti a noi e sta soltanto a noi percorrerla.
Cervello, anima e corpo sono un tuttuno imprescindibile. Se si ammala uno, allora anche gli altri sono compromessi. Bisogna trovare il modo per dirigere il tutto all’unisono, nel migliore modo possibile, nel nostro migliore modo possibile e cercare di convivere con i nostri lati oscuri, con le tentazioni nel ricadere negli stessi errori di sempre, con la forza di riconoscere dove abbiamo sbagliato e come aggirare l’ostacolo.
102 chili sull’anima
Una grande forza. E una grande testa.
Mi è piaciuto molto. Mi ha ispirato molto. Mi ha fatto riflettere, pensare alla mia situazione: perchè tutti abbiamo i nostri scheletri negli armadi da affrontare. Tutti.
L’ho letto in una notte e quella notte ho pianto.