Last Updated on 17 Dicembre 2018 by Micaela

Roma. Allerta meteo.
Quasi ci si prepara ad un attacco alieno, ad un meteorite che si scaglia sul nostro pianeta, frammentandosi e cadendo direttamente ciascun pezzetto sulle nostre singole teste.
Scuole aperte. Bimbi regolarmente a scuola, anche se il Comune suggerisce di tenerseli a casa (che vuol dire “suggerisce“? Bah!). Una situazione che ha del paradossale: ci si prepara al peggio, ma è un giorno come tanti.

La giornata fila liscia abbastanza regolarmente: un tappeto di nuvole minacciose in cielo rumoreggia ogni tanto, ma neanche la metà di quanto era stato paventato accade, almeno, non nella parte della città in cui viviamo.
Dopo pranzo, si scatena il putiferio. No. Non di pioggia e calamità naturali.
Il casino era su whatsapp (stramaledettissimo coso), mentre dal cielo non cadeva una, che dico UNA, goccia d’acqua.

Un rimpallo fottuto di messaggi e trilli sulla situazione meteorologica: protezione civile, avvisi da scuola, sensazioni, dall’altro capo della città stava accadendo il finimondo, chi va a prendere chi da scuola…
E in ufficio pure: telefonate, giro in rete per capire (stramaledettissimo facebook) e mi unisco al panico generale, senza pensare che poteva essere utile alzare gli occhi al cielo fuori dalla finestra per capire la situazione reale. Ma no, meglio di no, preferisco leggere i titoli allarmistici su facebook e lasciarmi trascinare dall’isteria generale: chi esce anticipatamente dall’ufficio, chi avverte nonni e vicini di casa, insomma, tutti si organizzano, io ancora no. Potevo forse essere da meno?

E che sono più scema degli altri!!? Nossignori. Esco pure io e vado a prendere i bambini a scuola. (Felicissimi, tra l’altro!)

Mamma, perchè sei venuta a prendermi prima?
Per via del maltempo, Miriam!
Ma non sta piovendo!
Eh, sì, lo so, ma pioverà.

Arriviamo a casa in questo clima festoso: una giornata inaspettata di mezza vacanza fa piacere a tutti, no!?
Sì, dai, prendiamola con il sorriso. In fondo, va anche bene così: tutti e 4 noi a casa, a giocare, ad ascoltare musica… io che sistemo la cucina… e non pioveva.
Tranquillità, risolini.

Poi il silenzio (e ancora non pioveva).

Finisco addirittura tutte le mie faccende in casa senza essere interrotta neanche una volta dal solito “Mamma… mamma… mammaaaaaaaaa!”
Niente. E nemmeno niente pioggia. Azzardo anche una lavatrice.
Che bello! I figli crescono. Hanno ora i loro interessi. Trovano cose da fare in casa. Non sono più indispensabile nei loro giochi. Vanno avanti per la loro strada, è la loro vita…
Accendo il pc. E ancora niente pioggia. E nessun “Mamma, mamma, mamma…”

Mi preparo un tè, che fa atmosfera nelle giornate di pioggia, che poi non piove, è un altro discorso, ma c’era l’allerta meteo, quindi un tè ci sta tutto.

Mi affaccio in stanza dei bimbi. Carini loro che giocano! Poi entro nel loro bagno.

Come si trasforma un idilliaco pomeriggio sereno del Mulino Bianco in un girone infernale con diavoli cornuti e fiamme cocenti!?
Semplice: scoprendo che il piccoletto di casa (sì, lo stesso che un istante prima mi stava guardando angelico, seduto alla sua sediolina Ikea giocando con le macchinine “brum, brum, brum”) aveva gettato tutto il rotolo della carta igienica (ed era stato appena messo intonso) nel water.
Non intero, chiaramente (sarebbe stato troppo facile rimuoverlo, ovvio no?!). Era stato srotolato tutto e la carta fatta in vari pezzi.
Tutto.
un.
rotolo.
di.
carta.
igienica.
TUTTO.

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!”
E’ stato il mio urlo. Più forte di un tuono (e infatti non pioveva!).

D’istinto mando in azione lo scarico.
Ma che ca@@o faccio!?!

Ora mi arrabbio pure con me stessa: come mi è venuto in mente sto botto di genio!? Il water si riempie d’acqua, fino quasi a traboccare. Galleggiano pezzetti di carta igienica.
Che diavolo! Sta carta è stata fatta apposta per essere gettata nel water no!? E allora perchè non va giù!? Forse perchè non è stata studiata per essere gettato tutto un rotolo nello stesso istante, no!?
Continua il mio delirio tra l’incazzato e il disperato.
I bambini rimangono impietriti in camera loro, sanno che emettere un fiato in questo momento sarebbe la fine dei loro giorni felici.
Suona il telefono. Non rispondo. E’ Marco. Se gli racconto, comincia a urlare pure lui dall’altra parte del cavo telefonico. Devo risolvere prima la situazione.

Ok. Calma. Ricomponiamoci. Cerco lucidità.

Chiedo aiuto alle mie amiche di chat-cazzeggio: che faccio?!
Devi smuovere la situazione, ce l’hai un paio di guanti?
No!
E l’idraulico liquido?
No!
Ca@@o c’hai?!
Niente!
Svuota il water!
Che schifo!

Ottimo.
Dai, guardiamo l’aspetto positivo: non piove! Che fortuna! Ah!

Prendo lo scopettone del water, lo impugno decisa a risolvere la situazione e ravano dentro, con la speranza che smuovendo le cose si sblocchi.
Nemmeno per sogno: l’acqua e la carta stanno ancora tutte lì. Anzi, con il movimento, l’acqua è pure un po’ traboccata. Ma fuori non piove.

Pensa. Pensa. Pensa.
Metto a bollire un bel pentolone d’acqua. No, non m’era venuta fame improvvisa di pasta. A dire il vero, mi si era alquanto chiuso lo stomaco.
Penso che magari con l’acqua bollente sta benedettissima carta possa deteriorarsi e sminchiarsi più facilmente. In base a quale principio chimico-fisico io abbia questa convinzione, non lo so. Ma lo faccio.
Nel frattempo svuoto il water con una bacinella. Meno male che c’era soltanto della carta dentro. Avrei potuto anche vomitare, sennò.
Smuovo con lo spazzolone, sempre più energicamente, sempre con più forza e determinazione.
Neanche stessi trivellando alla ricerca di petrolio.
Poi verso tutto insieme l’acqua bollente (fuori non piove).

scopettone mondo

Ora, non so se era perchè la carta si era deteriorata a sufficienza stando tutto quel tempo in ammollo, non so se è stata la temperatura dell’acqua stessa ad accelerare il processo, ma si è sturato come per magia.

Mi sono seduta, stanca morta, con lo spazzolone in mano. Guardo fuori: non piove.

Avrei voluto anche soltanto una pioggerella fina fina, giusto per giustificare tutto quel mio da fare.

Morale della favola n°1: al prossimo allerta meteo i miei figli rimarranno a scuola.  Magari li raggiungo e ci rimango pure io, così, per compagnia e per tappare i cessi scolastici.
Morale della favola n°2: sono un genio dello spazzolone.
Morale della favola n°3: ho un water pulito e sterilizzato che ci si può mangiare dentro, ora!
Morale della favola n°4: no, non ha piovuto per niente, neanche durante la notte.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *