"La mamma più bella del mondo"... Eh, chi non se lo sente dire almeno una…
Last Updated on 27 Giugno 2016 by Micaela
Ho appena finito di leggere il libro “Che ci importa del mondo” di Selvaggia Lucarelli.
A me piace Selvaggia Lucarelli
Selvaggia la conosciamo più o meno tutti, c’è a chi piace e chi la detesta. Io appartengo alla prima categoria: mi piace la sua risposta sempre pronta, la sua eleganza sobria, il suo essere con i piedi per terra e il suo fare sagace.
La sua penna è sempre efficace e pungente, scorre liscia come l’olio.
Suppongo che non si tiri mai indietro quando c’è da dire la propria, anche e soprattutto a costo di risultare antipatica ai più, lei è così. E mi piace.
Quando ho saputo che era uscito il suo primo libro, il romanzo “Che ci importa del mondo”, l’ho preso al volo, in formato ebook (che è meglio!) e me lo sono gustato tutto, leggendone qualche pagina la sera, quando al solito, in casa cala il silenzio e arriva la mia mezzora di tranquillità.
La storia: “Che ci importa del mondo”
La protagonista del romanzo è Viola, una mamma single di un ragazzino più saggio e pacato dei propri anni, che si barcamena in una Milano frenetica tra lavoro, televisione, figlio, amiche… e qualche sporadica avventura sentimentale, che il più delle volte finisce sul nascere, perché di fronte le si para sempre la persona meno adatta.
Esilaranti sono gli scambi di battute del gruppo Testuggine, il gruppo whatsapp delle amiche di sempre, tutte più o meno single, con disavventure disparate e tremendamente ironiche. Tutte noi abbiamo delle amiche così: che ti sostengono nel momento del bisogno, che ti spiattellano la verità vera senza edulcorarla, che ti difendono contro tutti, che ridono e piangono con te.
Il gruppo Testuggine è l’ancora di salvezza di Viola e di tutte le componenti del gruppo stesso.
E poi, finalmente, entra in scena quello che sembrerebbe essere l’uomo giusto, quello che ha le carte in regola per conquistarla, ma, al tempo stesso, quelle carte sono impossibili da giocare, dal momento che vanno in conflitto con il passato di Viola, un passato abbastanza ingombrante e che si rivela avere più ombre di quelle che lei stessa avrebbe mai immaginato.
Non voglio rovinarvi il finale, che merita.
Selvaggia Lucarelli mamma come tutte noi
Nel romanzo esce fuori la Lucarelli mamma, i suoi pensieri di mamma single, le sue insicurezze e le sue certezze, le sue difficoltà e fragilità in un mondo niente affatto facile per una donna single, ancor meno se questa stessa donna si ritrova ad avere una vita pubblica.
I riferimenti alla sua vita reale sono evidenti (tralasciamo i riferimenti al mondo televisivo, soprattutto alla conduttrice di un programma pomeridiano bello bello bello!).
Esce fuori una mamma come tante, piena di accortezze e di preoccupazioni, di amore e sensi di colpa e che si mette sempre in discussione.
Mi sembra di conoscerne diverse di mamme così. Allora, è vero che siamo tutte uguali!?
Parla dei rapporti conflittuali con padri che spesso non sono presenti, parla della difficoltà di essere mamma in una metropoli, a meno che tu non abbia la giusta rete di amiche che subentrano quando ne hai bisogno, parla di quanto sappiamo essere forti e pronte o anche prive di dignità e amor proprio. Noi siamo tutto questo.
E i figli crescono. Nonostante il nostro operato. Grazie al nostro operato.
Selvaggia ce lo racconta con il suo solito stile, che strappa sempre una risata o un pensiero del tipo: “Questa battuta la riciclo, sicuro!”. Uno stile che lascia intravedere le piegature di una sensibilità spiccata e di un senso di osservazione tipico dei talenti della penna.
Mi è piaciuto.
Ottima lettura per questa estate.
“Ed è davvero così. Una cosa semplice, l’amore. Il resto – ossessioni, ansie, struggimenti – è roba che ha a che fare con l’affanno. E l’amore felice non s’affanna. L’amore felice respira lentamente…”
(cit. S. Lucarelli in “Che ci importa del mondo”)