E' da tanto che ho lasciato da parte la mia cara rubrica #MathsForDummies, ovvero la…
Last Updated on 10 Febbraio 2020 by Micaela
Era da tempo che monitoravo gli incontri CoderDojo. E finalmente qualche giorno fa, Miriam ha partecipato per la prima volta ad uno di questi ed ha cominciato ad imparare a programmare.
Andiamo con ordine e spieghiamo di cosa si tratta, che non credo che tutti sappiano di cosa stiamo parlando.
Cosa è CoderDojo
Un gruppo di volontari e appassionati di informatica e linguaggi di programmazione, organizzano incontri gratuiti destinati a bambini e ragazzi per insegnare loro il primo approccio alla programmazione. Questo è il CoderDojo.
E’ un movimento a livello mondiale che è andato espandendosi sempre di più con il crescere dell’interesse da parte dei giovani in questo settore.
La cosa bella è che sono davvero tanti i ragazzi incuriositi e che si stanno avvicinando al settore dell’informatica, non solo come semplici utenti, ma proprio come menti che creano cose e che fanno funzionare oggetti.
In questi incontri, del tutto gratuiti, l’organizzazione è eccellente: i bambini non vengono mollati un secondo. Gli insegnanti sono attenti e spiegano ai bambini i rudimenti della programmazione ad oggetti, fornendo loro strumenti intuitivi che parlano una lingua comprensibile.
Le location scelte sono adatte allo scopo: scrivanie a postazioni per tutti, wi-fi e spazi.
Le spiegazioni sono intuitive e vicine al linguaggio dei bambini, segno questo che i volontari sono di grande esperienza e lanciati da una forte passione del settore.
I prerequisiti per partecipare, di volta in volta, possono cambiare, ma sono sempre spiegati in maniera precisa e bisogna essere altrettanto precisi nel rispettarli: a partire dall’età richiesta dai partecipanti, a finire con i supporti da portare (pc portatile, free software già installato sul pc, …).
L’atmosfera è sì amichevole e leggera, ma anche tanto seria e precisa.
Cosa vuol dire programmare?
Miriam ha capito finalmente cosa significa programmare, cosa significa usare un linguaggio ben preciso che segue regole definite, dalle quali non si prescinde!
Ha capito che seguendo queste regole e padroneggiandole si possono realizzare tante cose e si può inseguire la propria fantasia, ma ciò non è affatto semplice da subito, c’è bisogno di pratica e di studio.
Ora possiamo dire che ha finalmente afferrato quale sia il lavoro di mamma e papà, che stanno dietro ad un computer per gran parte della giornata e che si guadagnano lo stipendio parlando di variabili, algoritmi, oggetti, chiamate a funzione, database, tabelle, link e riferimenti.
Da piccola curiosona che è, Miriam non ha perso nemmeno una parola detta in quell’aula e, appena è tornata a casa, dopo una mattinata intera trascorsa a programmare, ha riaperto il pc e si è messa a spiegare ai fratelli quanto aveva scoperto quel giorno, con l’entusiasmo tipico di chi ha scoperto qualcosa di sensazionale e sorprendente.
Le brillavano gli occhi e ripeteva tutto spingendosi cercando di andare oltre… sbagliando, cancellando, riprovando…
Non è detto che questa sia la sua strada, che l’informatica sia una delle sue passioni o un suo talento, ma almeno ora ha uno strumento in più per dire se le piace davvero oppure no.
E a chi dice che non è per lui e che non è capace, chiedo: se non conosci, come fai a dirlo?
Attendiamo con ansia il prossimo appuntamento, non penso che Miriam voglia mai perderselo.
Per chi vuole approfondire il discorso e scoprirne di più, suggerisco di visitare il sito CoderDojo.org, invece per chi, di Roma, vuole prendere parte ad uno di questi incontri, suggerisco monitorare il sito CoderDojoRoma.it
Dopo aver letto questo post ho cercato dove vi fosse questa attività vicino a noi…così la settimana passata con Cristina la mia figlia più grande (quasi dieci anni ) abbiamo partecipato al CoderDojo a Padova ed è stata una bellissima esperienza! Non vede l’ora di poter tornare! Grazie della “dritta”.
Arianna
Felice di questo commento! Davvero tanto felice!