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Last Updated on 27 Settembre 2019 by Micaela
La più grande preoccupazione di noi genitori è di sapere se stiamo svolgendo il nostro ruolo correttamente, se stiamo facendo davvero il bene di nostro figlio. A volte ci comportiamo, però, inconsapevolmente (o meno) malissimo, ovvero in maniera che poi ha degli effetti devastanti sull’individuo che è e che diventerà nostro figlio.
D’altro canto, sarebbe bello avere un libretto delle istruzioni che ci permetta di sapere sempre cosa fare e come farlo, che ci dica come crescere figli felici e nel migliore dei modi.
In ogni caso, se ci mettiamo in discussione di tanto in tanto, già stiamo facendo bene, è buon segno!
La presentazione dell’indice di maltrattamento minorile
Oggi, presso la Sala Monumentale di Palazzo Chigi a Roma, la CESVI Onlus ha presentato l’indice di maltrattamento minorile in Italia.
Sì, avete capito bene: in Italia. E’ stato portato avanti uno studio approfondito sulla condizione minorile nel nostro Paese e non ne sono usciti dati edificanti.
L’Indice mette in evidenza, soprattutto, la persistenza di forti disparità tra il Nord e il Sud del nostro Paese. Ultima posizione per la Campania, seguita da Calabria, Sicilia, Puglia, Basilicata e Molise. Sono queste le regioni che presentano le maggiori criticità e le condizioni più sfavorevoli rispetto alle probabilità dei bambini di subire maltrattamenti. Male anche l’Abruzzo e il Lazio. Tra le regioni dove si registra, invece, il miglior livello di benessere complessivo dei bambini, spicca l’Emilia-Romagna seguita da Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
Ma di cosa stiamo parlando esattamente?
Di che genere di maltrattamenti stiamo parlando?
Ecco, sediamoci comodi e cerchiamo di capire bene.
<<Gli ex bambini maltrattati sono gli adulti di oggi che vivono sopportando un pesante fardello di dolore che influenza il loro modo d’essere, e spesso scaricano sui figli il proprio disagio. Si viene a generare così un circuito vizioso di trasmissione intergenerazionale, che solo un intervento esterno, quale ad esempio quello dei servizi pubblici, può interrompere.>> ( Daniela Bernacchi, CEO&General Manager Cesvi)
Si passa dalla trascuratezza all’ipercura, passando attraverso abusi e maltrattamenti, non soltanto fisici, ma anche psicologici.
Vediamo quindi quali sono i 10 comportamenti da evitare, noi genitori, per poter crescere dei figli veramente liberi, questo decalogo è stato elaborato appositamente da professionisti e studiosi del settore, con spiegazione degli eventuali effetti che potrebbero scatenarsi se questi comportamenti vengono tenuti in maniera costante e ripetuta.
Non c’è da scherzare e non dobbiamo nemmeno pensare di esserne completamente fuori, perchè in alcuni di questi comportamenti ci caschiamo tutti, tutti, senza distinzione, senza necessariamente arrivare alla violenza fisica esplicita o alla gravissima violenza sessuale.
Quindi, cominciamo.
Trascurare il bambino: cosa vuol dire
Trascurare i bisogni fisici e materiali del bambino, ma anche quelli emozionali e riguardanti la sfera affettiva.
Gli effetti della trascuratezza cronica: ritardo nel raggiungimento delle principali tappe evolutive (il
bambino non sta seduto dopo i 6 mesi, non cammina dopo l’anno, non parla dopo i 3 anni ecc.), con disturbi dell’apprendimento oppure con un atteggiamento di eccessiva ricerca di affetto e attenzione da estranei (e il conseguente rischio di esposizione ad altri abusi), con un’iperautonomia, una forte chiusura, una sfiducia verso l’altro.
Ipercura: cosa vuol dire
Curare il bambino in modo eccessivo, medicalizzare il suo sviluppo, non consentirgli di fare le cose che fanno gli altri bambini per paura che si ammali, non fargli mangiare alcuni cibi normalmente presenti nella nostra alimentazione (ad es. carne, uova, farina, latte ecc.) per paura che gli facciano male; proteggerlo da ogni frustrazione, attribuirgli emozioni, idee, preferenze che non ha espresso, o nutrirlo in modo eccessivo.
Gli effetti dell’ipercura: sviluppo di ansie legate alla propria salute fisica, difficoltà di socializzazione, difficoltà di separazione, scarsa frequenza scolastica che può arrivare all’abbandono, difficoltà nell’esprimere bisogni e desideri propri, stati depressivi.
Maltrattamento psicologico
Umiliarlo, denigrarlo, pensare e dire ripetutamente a un bambino che è stupido, che è brutto, che non sa fare niente, che non gli vogliamo bene, minacciare di abbandonarlo se non si comporta come vogliamo.
Gli effetti del maltrattamento psicologico: autosvalutazioni continue (non sono capace, sono stupido, non ce la farò ecc.), ansia, disturbi dell’apprendimento, iperattività, sintomi psicosomatici come enuresi o balbuzie, tic persistenti e invasivi.
Pretendere prestazioni eccessive
Pretendere prestazioni eccessive, pensare e volere che il bambino sia sempre il migliore, a scuola, nello sport o in altre attività che pratica.
Gli effetti della eccessiva pretesa di prestazioni: costante stato d’ansia in cui il bambino vive nel tentativo di soddisfare le aspettative dei suoi genitori. Può manifestare continui e repentini cambiamenti d’umore legati a quanto si senta più o meno “approvato” da mamma e papà. Può diventare ipercompetitivo o, al contrario, rifuggire da qualsiasi tipo di confronto nel timore di una
sconfitta.
Infantilizzazione
Trattare il bambino come se fosse più piccolo della sua età: dare il biberon a un bambino che va già a scuola, vestirlo e lavarlo quando sarebbe in grado di farlo da solo, non spiegargli nulla degli eventi, anche gravi, che avvengono intorno a lui (lutti, malattie, crisi, separazioni).
Gli effetti della infantilizzazione: senso di inadeguatezza e di iperdipendenza dall’adulto, problemi di rendimento scolastico e disturbi nella socializzazione.
Adultizzazione
Relazionarsi al bambino come se fosse più grande della sua età: pretendere che un figlio si comporti come un piccolo adulto badando a se stesso o ad adulti malati, o a fratelli minori; fargli frequentare luoghi e persone a rischio e non adatte alla sua età (sale per il gioco d’azzardo o ambienti frequentati da persone che abusano di alcol o di sostanze stupefacenti).
Gli effetti dell’adultizzazione: perdita della capacità di affidarsi all’altro e lo sviluppo di ansia di controllo sugli adulti e sull’ambiente circostante, percepito come poco adeguato.
L’ansia può manifestarsi anche attraverso sintomi somatici come enuresi, tic, balbuzie.
Triangolazione nella coppia dei genitori
Coinvolgerlo nei litigi con il partner, chiedere al bambino chi ha ragione tra i suoi genitori, squalificando l’altro genitore, connotare negativamente qualunque caratteristica del bambino che sia simile a quella dell’altro genitore, impedirgli di frequentare-voler bene all’altro genitore minacciando abbandoni e/o punizioni.
Gli effetti della triangolazione nella coppia di genitori: chiusura eccessiva del bambino e una
difficoltà a esprimere i suoi bisogni (come tentativo di sottrarsi alla triangolazione stessa). Inoltre il bambino può sviluppare una bassa autostima e una costante ansia di controllo.
Violenza assistita
Esporlo a scene di violenza fisica o verbale, picchiare l’altro genitore, umiliarlo, minacciarlo alla presenza del bambino o con il bambino nelle vicinanze, o in un modo per cui il bambino ne percepisca l’effetto anche successivamente (perché ne restano i segni).
Gli effetti della violenza assistita: ansia, costante senso di pericolo, iperattività, disturbi dell’apprendimento, impotenza, senso di colpa.
Violenza fisica
Usare violenza fisica nei suoi confronti, picchiarlo, tirargli i capelli, lanciargli oggetti, dargli calci, pugni, spintoni, cinghiate, frustate, bruciarlo con le sigarette, scuotere un neonato per farlo smettere di piangere.
Gli effetti della violenza fisica: oltre ai danni fisici, lo sviluppo di aggressività, l’iperattività, il senso di umiliazione e di svalorizzazione di sé, ritardi e disturbi nelle fasi dello sviluppo (linguaggio, motricità ecc.), disturbi dell’apprendimento.
Abusi sessuali
Avere con lui contatti di natura sessuale, farlo assistere ad atti sessuali tra gli adulti, fargli vedere
materiale pornografico.
Gli effetti dell’abuso sessuale: sensi di colpa e di ansia, vergogna, impotenza, passività, alterazioni
delle abitudini alimentari (anoressia, bulimia), crollo nel rendimento scolastico, disturbi dell’apprendimento, disturbi del sonno, depressione, incubi, atteggiamento seduttivo e sessualizzato nei confronti degli adulti e dei coetanei, masturbazione compulsiva.
Riflettiamo tutti
A questo punto, direi che abbiamo molto su cui riflettere.
La casa deve essere il luogo più sicuro in assoluto per un bambino, si deve sentire protetto, compreso, amato e assistito… e spesso non è così.
La campagna #Liberitutti
La campagna #Libertutti – a cui si può contribuire dal 1 al 10 giugno con un sms da 2 euro o chiamata da rete fissa da 5 o 10 euro al 45535 – mira a sostenere la rete IoConto di Cesvi attiva con un programma di prevenzione e cura nelle città di Bergamo e provincia, Napoli (VII municipalità) e nell’Unione dei Comuni della Bassa Sabina con un coordinamento tra Roma e Rieti.