Da grandi appassionati di cavalli, ogni volta che andiamo a Tagliacozzo, ci piace andare al…
Last Updated on 19 Luglio 2018 by Micaela
Sulla strada che sale dal paese di Tagliacozzo, che va verso Cappadocia, dopo una decina di km dal paese, superato il bivio per Verrecchie, si accede all’ingresso delle grotte di Beatrice Cenci.
Ci siamo stati quest’anno e ci siamo innamorati di questo posto.
Oltre ad un ampio parcheggio gratuito, c’è una zona picnic attrezzata davvero curata e ariosa.
Tra le montagne di questa parte di Appennino si apre un posto dove lasciare lontani tutti i pensieri, dove i bambini si divertono e possono giocare liberi, dove si scoprono cose nuove e dove si viene coccolati dalla famiglia che gestisce il posto.
Biglietteria, caffè, bibite e gelati sono organizzati in un piccolo casolare pulito e fresco, la signora che si occupa dell’accoglienza fa sentire subito a casa. Questa è stata la mia impressione. Si premura affinchè tutti stiano bene, si informa di eventuali esigenze, rivolge una parola carina ai bambini… insomma, una perfetta padrona di casa.
La visita alle Grotte di Beatrice Cenci con i bambini
Poi c’è Corrado, la guida che ci accompagna alla scoperta delle grotte. Uno speleologo la cui passione per questo posto trasuda da ogni suo poro, che racconta le meraviglie di quelle rocce come si fa solo per qualcosa che ami tanto e che ti appassiona.
Se volete la classica guida turistica che ripete a pappardella la lezioncina studiata sul foglietto, Corrado non fa per voi. Lui risponde a domande, sembra improvvisare discorsi e accenni di storia, di chimica, di geologia… e si vede che non è improvvisazione, ma è profonda conoscenza e approfondimento.
Corrado ci racconta come ha risollevato questo posto dall’abbandono, ci racconta di come l’abbia ripulito, risistemato, messo in sicurezza, tutto nel completo rispetto di quello che la natura ha creato.
Si entra nelle grotte quasi in punta di piedi, la guida ci ripete di mantenere un certo silenzio e di rispettare questo luogo a noi, ormai, molto distante. Ci chiede di non toccare, ma di ammirare.
Ci chiede di osservare con attenzione e di cercare di non rifarci a stereotipi, ma di aprire le nostre menti ad afferrare la grandezza e la potenza di ciò che ci circonda.
Acqua, rocce, specchi di acqua, pareti che si affacciano all’improvviso su uno strapiombo, il bagliore del calcare, le sculture che si sono formate nel corso di millenni, lo studio degli antichi abitanti di queste grotte e di quelli attuali.
Grotte di Beatrice Cenci: l’esperimento di cui siamo protagonisti
E poi siamo invitati a vivere un’esperienza unica, quasi mistica: rimanere per qualche istante nella grotta al buio completo.
Buio pesto. Niente luce, nemmeno un bagliore.
Corrado fa spegnere le nostre torce e alla fine spegne anche la sua.
Un istante di smarrimento. Poi, nel buio assoluto, Corrado riprende a parlare. L’ansia che avevo cominciato a sentir salire, viene subito placata dalla sua voce, che calma e serena arriva al nostro udito rassicurandoci e facendoci capire che è tutto sotto controllo.
Continua a spiegarci il fenomeno dell’ultima immagine che rimane impressa nel cristallino e che viene di continuo ritrasmessa al cervello in questo buio completo.
E intanto il freddo della grotta comincia a farsi sentire pungente, forse anche a causa dell’oscurità e dell’ignoto, che qualche brivido in più lo fa avvertire.
Piano piano l’ansia va via e si fa strada la curiosità… curiosità di vedere cosa ci aspetta, perché Corrado continua a ripeterci che, pur non muovendoci di un cm da quando aveva spento la luce, saremmo stati testimoni di uno spettacolo davanti ai nostri occhi che non avremmo mai saputo cogliere diversamente.
Mentre parla, passati quegli istanti in cui i nostri occhi continuano a brancolare nel buio, riaccende all’improvviso il suo faro e lo punta su un angolo preciso della grotta.
E’ stato spettacolo puro.
Sorpresa, salvezza, un tuffo al cuore. Gli occhi vengono colmati da una vista incredibile, dove forme e colori inondano la scena, si viene investiti da uno spettacolo talmente potente da non potersi cogliere tutto insieme, ci vuole qualche minuto per capire cosa stiamo guardando e dove ci troviamo.
Non dimenticherò mai queste emozioni. Fortissime.
E, la cosa che mi ha anche sorpresa, è la reazione dei bambini: ce ne erano anche di piccoli, due o tre anni, in braccio ai loro genitori o presi per mano, hanno seguito tutto l’esperimento anche loro senza fare un fiato: nessun mugolio, nessun lamento… poi tanto stupore nei loro grandi occhi brillanti come quelle rocce.
Si esce da quella visita colmi di meraviglia.
E poi il picnic – Grotte di Beatrice Cenci
Ci siamo organizzati per rimanere tutta la giornata lì, ci sono giochi per i bambini in un ampio prato curato, punti per il barbecue, tavoli e servizi. Insomma, c’è tutto per trascorrere una giornata serena con la famiglia. Un posto in cui torneremo spesso.
Informazioni utili e riferimenti
I bambini al di sotto dei 9 anni non pagano.
Il biglietto della visita è di 10.00 euro. La visita dura all’incirca un’ora.
Andare ben equipaggiati di felpe con cappuccio, pantaloni lunghi e scarpe comode chiuse: dentro ci sono costanti 10°.
Per il resto, affidatevi alla guida.
Pagina facebook: Grotta Beatrice Cenci
Sito: http://www.grottabeatricecenci.it/
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