Last Updated on 2 Settembre 2017 by Micaela

Con le mie bimbe più grandi non ne ho mai avuto la necessità di contenere scatti di rabbia improvvisi, crisi di pianto per stanchezza o altro e capricci incontenibili, erano cose più o meno nella norma.
Considerando il fattore della “normalità” come quella dose di capricci e lagne che bambine di due, tre e quattro anni riescono a produrre, con alti e bassi, con momenti più o meno delicati.

Tecniche per calmare/evitare i capricci

La mia tecnica è sempre stata quella di dare un’alternativa alla cosa su cui si impuntavano e che non potevano ottenere oppure quella di prevenire il momento dell’esplosione del capriccio.
Se sapevo che ad una determinata ora era meglio rispettare la routine del sonno o dei pasti, inutile andare ad un rave party, che tanto non me lo sarei goduto io, ne’ tantomeno loro… per capirci.
Quindi, sì, la mia vita l’ho smantellata e ricostruita attorno a loro, con più o meno successo. Dipende dalle circostanze.

I figli non sono tutti uguali per i genitori
I genitori non sono tutti uguali per i propri figli

Immaginavo che con l’arrivo del terzo figlio, mantenendo queste basi, le cose sarebbero state le stesse. Ed invece no. E’ proprio vero che ogni figlio è un mondo a parte.
Così come sono diversi i figli, siamo diversi anche noi genitori: non siamo le stesse persone da un anno all’altro, tutto cambia, tutto scorre.

Così ho dovuto fronteggiare un piccolo despota che voleva tutte le attenzioni del mondo su di se. Ma non le attenzioni di chiunque, voleva esclusivamente le mie.
Non ero padrona della mia vita, del mio corpo, dei miei sentimenti.
Dovevo essere alla sua mercé. La pena era una vagonata di capricci, di urli, di pianti e di strilli.

L’ho assecondato fino a che ho potuto, fino a che l’ho considerato piccolo e fino a che quelle attenzioni le ritenevo io stessa indispensabili.
L’ho assecondato fino a che ce l’ho fatta, fino a che non è sopraggiunta la stanchezza, oltre che fisica, anche mentale.

La stanchezza ha avuto la meglio su tutti

abbraccio

Poi, quando le sue esplosioni di frustrazione e rabbia erano rimaste costanti nel tempo, allora abbiamo cambiato registro. Ho fatto un passo indietro per capire. Anche perché ero stanca e annichilita anche io. E la cosa che mi frustrava, a mia volta, era che non riuscivo a capire dove sbagliassi, qual era il mio atteggiamento da cambiare, da rivedere, da riconsiderare.
In realtà, non dovevo cambiare io. E nemmeno lui. Era considerato, tutto sommato, l’ordine normale delle cose.

Ho mollato i ragionamenti e mi sono data all’abbraccio

In maniera istintiva, reagii senza più combattere o risolvere il capriccio del momento, o la crisi di pianto, ma, ormai sfibrata, mi abbandonavo abbracciandolo.
In queste circostanze, notavo che quando semplicemente abbracciavo Massimo, e restando io in silenzio, lui si calmava. E mi calmavo anche io.
I nostri ritmi rallentavano di colpo e si ritrovava il punto.

Tecnica “holding”

abbraccio capricci

Poi, ho letto della tecnica dell’abbraccio come metodo per contenere, accettare e risolvere questi momenti.

Ho preso coscienza del potere di questa tecnica, che il più delle volte, con noi funziona.
Massimo ora non è più piccolissimo ed è capace di esternare le proprie sensazioni ed emozioni contingenti, sempre considerando che ha 5 anni, ma con l’abbraccio comprensivo e contenitivo, sento che lui si rilassa da subito, l’effetto è quasi immediato. E calmandosi poi riesce anche ad esternare meglio quello che sta provando in quel momento.

“Mamma, ho bisogno di un abbraccio!”

Questo modo di fare l’ha ormai incamerato perfettamente, ha capito che delle volte la mamma non ha la soluzione al suo pianto, alle sue voglie che non possono essere soddisfatte come vuole lui, la mamma non riesce a risolvere la sua frustrazione o la sua stanchezza del momento, se non con un abbraccio, lungo e pieno.
E allora, quando sente che il suo stato d’animo non lo convince, quando sente che il suo pianto non riesce a placarlo e a contenerlo, quando sente che non ha parole adatte al momento per spiegare il suo malessere, allora mi dice: “Mamma, mi sa che mi serve un abbraccio!”.
E funziona.

Voi avete provato questa tecnica? La conoscevate già?
Dopo tutto, non costa nulla. Ed è meglio di tante altre alternative, no?

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5 pensiero su “Crisi di pianto, lagne e capricci: l’abbraccio funziona”
  1. Ciao conosco questa tecnica e ho provato tante volte con mio figlio nei suoi momenti di rabbia o nervosismo ma non ho avuto tanti risultati. Finché era piccolo si calmava, fino ad un anno o poco più. Dai 2 anni in poi e continua ancora ora che ne ha 4 certi giorni arrivo distrutta la sera dal tormento che mi da se si alza col piede sbagliato. Io sento che vuole attenzione e ho provato tante volte ad abbracciarlo ma fugge via. So che sono anni particolari, passeranno. Complimenti per il post molto interessante!

  2. Mi piace molto questa tecnica che proponi, io la usavo senza conoscerla… d’istinto. Mio figlio piccolo è abbastanza irascibile, si arrabbia per piccole cose e per calmarlo l’abbraccio funziona sempre!

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