Last Updated on 28 Novembre 2018 by Micaela

Ieri Marco ed io siamo andati a prendere la prima vera pagella di Miriam.
La prima pagella della prima elementare.
Inutile dire quanto io fossi emozionata, commossa, elettrica e blablabla… direi l’ovvio.
Inutile dire poi la mia soddisfazione, la mia gioia ed il mio orgoglio.

Però forse è utile, non so, dire della mia immensa ammirazione per le maestre e la mia profonda stima nei loro confronti e nei confronti, più in generale, di tutta la categoria degli insegnanti.

Prima della consegna della pagella, c’è stata una piccola (e neanche tanto piccola) riunione plenaria tra genitori e maestre.
Le due insegnanti hanno dovuto subire e fronteggiare tutta una serie di domande, di chiarimenti, di invadenze, di discussioni, che anche la metà sarebbe bastata a me per farmi saltare i nervi.
Poi, ancora mi chiedono perchè mai non ho scelto di fare l’insegnante… a quest’ora starei già in galera, ma non per aver messo le mani addosso a qualche alunno, al contrario, le avrei messe addosso a qualche genitore, altro che!

Qualche esempio?
Quanti ne vuoi!
Iniziamo col dire che un nutrito gruppo di genitori era contrarissimo a quella sporadica mezzora di cartoni animati (che poi abbiamo scoperto essere intervallati anche da filmati Unicef e di approfondimenti vari… ma questo poco ha importato) a cui i poveri bambini venivano sottoposti subito dopo il pranzo, come momento defaticante e di riposo.
Vabbè, potrebbe anche essere lecito avere delle diverse vedute in merito, per carità, ma è il modo di porre all’attenzione delle insegnanti la questione in essere: “Io faccio tanto a casa per evitare di far vedere la televisione e qui mi rovinate il tanto lavoro che faccio!”
Ripeto: sporadica mezzora di dvd o di cartone animato sempre in dvd.

Soprassediamo.

“Maestre, chi delle due si occupa dell’insegnamento dell’inglese?” Chiede un papà molto attento e con fare quasi indagatorio.
“Io, mi dica!”
“Ho visto sul quaderno di mia figlia che avete fatto finora appena 3 schede, non è un po’ poco? Come mai?”

e qui, io sarei esplosa, fossi stata nella maestra, invece lei, con tanta pazienza e carineria si è messa a spiegare come funzionano le cose e quali sono i programmi ministeriali previsti per una classe di prima elementare, quello che è stato fatto, come è stato fatto e compagnia bella.
E, manco a dirlo, il papà in questione, non ne è rimasto affatto soddisfatto.

Andiamo avanti.
Questione compiti a casa.
Premessa: i bimbi ora stanno nel pieno dell’esercizio della lettura, nel momento più ostico e antipatico del dover superare le prime grandi difficoltà e l’esercitazione nella  pratica della lettura è fondamentale per scavallare questo momento non proprio piacevole.
“Maestra, ma tutti questi compiti il pomeriggio, i bambini non riescono a farli, sono stanchi!”
(Tutti questi compiti = una paginetta di 5 righe di storiella da leggere)
“Maestra, i bambini non riescono a fare i compiti, perchè hanno altre attività il pomeriggio”
(Tutti i pomeriggi hanno altre attività?????)
“Maestra, io leggo sempre la favola della buonanotte a mia figlia la sera, quindi lei è avvezza a leggere… noi abbiamo questa bella abitudine che potrebbe sostituire l’esercizio di lettura dato da lei a scuola”
(Dire che avevo gli occhi fuori dalle orbite è dire poco!)
“Maestra, facciamo così – dice il papà di cui sopra – facciamo che i compiti si possono assegnare un giorno sì e uno no, che ne dite?” e si gira verso gli altri genitori (io sempre con gli occhi di fuori stavo!)
E una mamma risponde: “E se il giorno sì coincide con il pomeriggio di ginnastica di mia figlia come facciamo?”
Le maestra ascoltavano tranquille, serafiche.
Io ero sempre con gli occhi più in fuori!
Il papà di rimando risponde: “Ah, sì, giusto, allora facciamo che i compiti vengono assegnati ogni due giorni e poi è a discrezione del bambino, in base alle attività che ha da fare il pomeriggio, di farli o meno per il giorno dopo o per il giorno seguente ancora”.
Eh sì, facciamo un tanto al chilo, signò, che faccio lascio!?!?!?
Ma siamo al mercato della contrattazione dei compiti da fare??????
Ma sono io che sto fuori dal mondo o cosa?

Insomma, potrei andare avanti e raccontare tutta un’altra serie di osservazioni fatte alle maestre che loro, poverine, ascoltavano con buona volontà e a cui rispondevano con pazienza e con voglia di venirci incontro.

Ma così, a mio avviso, non si va da nessuna parte, signori miei, nossignore.

E’ possibile che noi genitori ci sentiamo così tuttologi?
Possibile che ne sappiamo di inglese, psicologia infantile nonchè dello sviluppo, pedagogia, medicina, matematica, … ?
Possibile che non riusciamo a fare un passo indietro e lasciamo fare ad ognuno il proprio lavoro in base anche all’esperienza e alle conoscenze che si hanno?
Possibile che per il troppo seguire i propri figli e cercare che loro abbiano il meglio, finiamo per soffocarli e schiacciarli letteralmente?
Come ci sentiremmo noi se un pincopallo qualunque, che non ne sa evidentemente una cippa del lavoro che stiamo svolgendo (per studi, competenze, esperienza, ambito lavorativo…), ci mettesse invece becco dicendoci non solo che non lo sappiamo fare, ma anche ci dicesse come farlo?

Perchè questa strisciante sfiducia nella professionalità degli insegnanti che ogni giorno dimostrano invece di saper fare il proprio lavoro?
Perchè non ci diamo una calmata?
Smettiamola di fare i tuttologi.

5 pensiero su “Della prima pagella e della tuttologia genitoriale”
  1. Anche io sono troppo felice di aver abbandonato appena in tempo la strada dell’insegnamento.
    Figlia di una prof di italiano e latino, sento quasi ogni giorno storie di questo tipo e non di una scuola elementare, bensì di un Liceo dove…

    GUAI a dire a un genitore che il proprio figlio non ce la fa (detto con garbo ovviamente) e che bisogna aiutarlo ecc ecc…
    Quindi…questo, mi dispiace dirtelo, è solo l’inizio: i prof (dalla scuola infanzia in su) non sono più liberi di insegnare come meglio credono e non hanno più voce in capitolo (neanche se si tratta di prof rinomati, bravi e senza pecche).

    La cosa peggiore sai qual è secondo me? che se sono così i genitori, i figli…come crediamo vengano su?
    Se non si responsabilizzano un pochino “sti poveri figli”…come faranno nella vita? e il lavoro? se non POSSONO studiare il pomeriggio, sacrificandosi anche un pochettino, come crediamo che diventino nella vita? degli sfaticati e basta!

    Questo tema mi urta profondamente, scusa lo sfogo: ma uccidetemi se diventerò anche io un genitore così.

    bacio
    Vivy

  2. Anche a me a volte prudono le mani nella riunione di inizio anno tra genitori e insegnanti. Trovo che le lamentele sterili su tutto siano oltre che inutili, dannose. Dannose perchè non propongono, perchè vogliono proteggere i bambini dal “troppo” lavoro, perchè smontano anni di lavoro e professionalità.
    Io ammiro molto le maestre che sono capitate a mio figlio, adesso in terza elementare: sono molto preparate sia nel contenuto che nel metodo di insegnamento, e sanno bene come gestire i bambini che hanno diversi ritmi e capacità di apprendimento. Nei colloqui individuali sono sempre state disponibili e trasparenti. I compiti che danno a casa non sono troppi se uno si organizza e impara a studiare un passo alla volta.
    Non dobbiamo avere paura di aiutare i nostri bambini a impegnarsi e fare fatica: è una fatica che possono sopportare e che li rende certamente più grandi e più responsabili. Senza nulla togliere al gioco e allo sport, ovviamente.

  3. La nostra realtà scolastica e ben diversa, c’è ancora una certa considerazione del lavoro dell’insegnate, cosa che non noto nei genitori degli alunni compagni di tua figlia.

  4. Care mamme, siete perle rare nel comprendere, apprezzare e condividere il lavoro dell’insegnante! Mi limito a dire solo questo, condivido in pieno i vostri pensieri! Aggiungo solo che non sono né mamma né insegnante, sono in quella fase della vita in cui si cerca di capire se essere madre sia la propria strada…ecco perché sono su questo blog 🙂 Un abbraccio a voi tutte fantastiche donne e mamme moderne, con principi e flessibilità!

    1. Onorata di saperti qui, allora, spero che queste pagine di diario semi-serie ti possano aiutare a capire…

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