Volete una serie tv leggera, che vi tenga un po' occupate in queste calde serate…
Last Updated on 11 Febbraio 2020 by Micaela
Dietland – la trama
Nella serie tv Dietland, la protagonista è Plum, ovvero Prugna.
Questo è il suo soprannome, perchè lei è grossa e succosa come una prugna. Lei è una donna obesa.
E’ una redattrice che scrive per una rivista di moda, super patinata.
E’ in perenne lotta con il suo peso, le sue abitudini di vita e con gli stereotipi di donna che vengono continuamente spacciati in giro. Quegli stessi stereotipi, però, le danno da vivere, dal momento che scrive come ghostwriter per quella rivista, con a capo una ingessatissima direttrice (la splendida protagonista di The Good Wife, che qui è davvero odiosa!).
Plum risponde alle lettere delle lettrici e ne vede un po’ di tutti i colori, è a contatto con i disagi che il mondo femminile deve subire: dalle violenze psicologiche a quelle visiche, dai mobbing ai dubbi esistenziali, dalle minacce di suicidio ad altro. Insomma, le vede tutte. Oltre a quelle che vive sulla sua pelle.
Fino a questo punto, la serie è interessante, mette in evidenza tanti aspetti che sì, noi donne conosciamo bene, ma è sempre meglio ricordarcelo.
Sai cos’è radicale? Che le donne riescano ad accettarsi semplicemente per quello che sono.
Ovviamente Plum è sempre dal lato delle donne, delle vittime, delle più deboli, ma questo suo femminismo, diventa decisamente estremo fino a sfociare in violenza stessa.
Infatti la seconda parte della serie Dietland si trasforma.
Plum entra nei ranghi di un gruppo di attiviste femministe che combattono la violenza maschile con altrettanta violenza, diventando delle improbabili giustiziere e terroriste.
E’ da questo punto in poi che, a mio avviso, la serie ha perso di fascino, di credibilità e quindi di interesse.
Dietland serie tv – che avrà voluto dire?!
Come fai a trovare la luce quando sei immersa nella parte più oscura di te stessa, quel luogo in cui non cresce niente. Non so cosa fareste voi, mai io annaspo.
Una serie che fa riflettere su molti aspetti della nostra vita da donne (che forse sono sempre gli stessi, ma vengono trattati con lucida obiettività), ma che genera un senso di disorientamento. Perchè alla fine della serie ti chiedi: “Ok, ma qual è la storia?”
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