Tempo fà mi contattò Mery, grande donna e professionista, perchè era rimasta incuriosita dal mio…
Last Updated on 2 Settembre 2017 by Micaela
Dopo non si sa quante decina di anni, riesco a rimettere piede in una terra che considero molto mia: il Gargano.
Ho trascorso gran parte delle mie estati da bambina lì, con zii, cugini e parenti pugliesi. Era l’unica occasione per riunirci tutti, per trascorrere un po’ di tempo insieme e per conoscerci veramente.
Il mio ricordo di quelle estati è lontano, dolce, caldo e nostalgico.
Ricordo mia zia sempre in cucina, che preparava ogni ben di Dio in qualsiasi ora del giorno e della notte, riusciva a preparare peperoni ripieni fritti anche sotto la calura dei 40° del 15 agosto. Un mito.
Ricordo mio zio che era capace di trovare il cocomero più grosso di tutta la Puglia e di portarlo a tavola tutto fiero.
Ricordo le mie cugine, che erano sempre pronte a prepararsi per uscire con la comitiva e a lasciare noi più piccole a casa la sera con i grandi… e fantasticavamo sui loro divertimenti.
Ricordo i miei genitori: allegri, spensierati, divertiti… il mare rigenerava tutti, un po’ meno mia mamma, ma noi sicuramente tanto!
Ricordo le giornate in spiaggia con i miei, i castelli di sabbia e le pescate di telline con papà, ricordo le nuotate per arrivare alla secca successiva, ricordo le barche dei pescatori che arrivano sino a riva per vendere il pesce appena preso, ricordo il sapore del ghiacciolo che mangiavo il pomeriggio sotto l’ombrellone, le corse sulla sabbia bollente insieme a mia sorella, ricordo il profumo della salsedine sulla mia pelle bambina, il rumore degli zoccoli struscianti sull’asfalto quando si tornava a pranzo a casa.
Ricordo i moniti di papà a noi bimbe che se non si dormiva un po’ il pomeriggio poi non si scendeva più in spiaggia… ricordo quanto eravamo recalcitranti e quanto invece ci facevano bene quelle sane dormite su lenzuola fresche e pulite, all’ombra in una di quelle casine bianche e basse, circondate da bouganville.
Ricordo le zanzare, il profumo di focaccia, il secchiello giallo colmo di acqua di mare e pieno di granchi.
Ricordo le risate, le sudate, gli abbracci, i compiti lontani e le giornate sempre in ciabatte.
Ricordo gli amichetti vicini di ombrellone, ricordo la discoteca vicina che suonava di continuo Billie Jean, ricordo il sapore di quelle pesche succose e gialle.
Ricordo le chiacchiere dei grandi mentre giocavano a carte la sera, ricordo gli aghi di pino che si infilavano nelle ciabatte e le mani sporche di resina.
Erano vacanze fatte di semplici cose. Erano felicità pura. Quando vivevo quegli istanti non ne capivo la vera importanza, ma fortunatamente me li sono goduti tutti, assaporati e bevuti come acqua ghiacciata in quei giorni caldissimi.
Ecco, vorrei far rivivere tutto questo ai miei figli, anche se concentrato per pochissimi giorni… se solo succedesse il miracolo di non piovere.
Sono ben accette danze del sole, amuleti, preghiere, esorcismi e quanto sia in vostro potere per poter spostare le nuvole in qualche altra zona, ma sul Gargano, no!