Siamo sempre con i sensi in allerta per evitare che accadano cose brutte ai nostri…
Last Updated on 13 Giugno 2017 by Micaela
Avete capito bene: giovani e social newtork, sono più bravi di noi ad usarli (facebook, instagram, twitter, snapchat,…) .
Sì, ovvio che siano più bravi, certo, fosse anche solo per un fatto manuale. Ma loro ne hanno afferrate le potenzialità e li sano usare al meglio. Noi?
Tra noi c’è chi ancora pensa che siano la reincarnazione del diavolo.
In realtà, sono strumenti che introducono ad un nuovo modo di fare comunicazione e come ogni strumento che si rispetti, bisogna saperlo usare.
Noi, in quanto adulti, quanto li sappiamo usare? Perchè ci sentiamo di fare da mentori in un settore di cui spesso conosciamo pochissimo? O peggio: perchè ci ostiniamo ad additarli come il male e ci auspichiamo che i nostri figli ne siano a debita distanza?
Il progresso non viene mai accolto a cuore aperto
Quando mi laureai, non si usava più spedire i curricula cartacei, già si usavano gli allegati alle mail.
Mia mamma insisteva affinchè io li spedissi anche tramite lettera, perchè altrimenti non avrebbe funzionato. Invece ha funzionato lo stesso.
1. Social Network per trovare lavoro
Ora esiste un social network creato apposta per inserirsi in contesti professionali consoni, in cui, correttamente completato, il proprio profilo diventa il curriculum vitae di una persona, corredato anche da una serie di “agganci” e cerchie a cui appartenere, in modo da essere sempre aggiornato e al passo nel proprio settore.
Vogliamo definire questo “il male”? Io direi di no.
Le aziende sanno esattamente dove andare a fare recruiting saltando un sacco di passaggi. E questo, a mio avviso è un bene!
Sul curriculum, ai miei tempi, si poteva barare: si potevano inserire conoscenze ed interessi del tutto falsi/falsati, in base alla circostanza, ora è più difficile barare: interessi, inclinazioni, studi, viaggi, libri letti e tutto il resto è tracciato tramite i social network, il che smaschera oppure da ancora più valore a quanto viene inserito sul curriculum. Tutto dipende dall’uso che se ne fa, appunto!
E torniamo al giusto utilizzo dello strumento.
2. Social network e tecniche di comunicazione
Altra buona notizia a mio avviso: le nuove generazioni, stanno imparando alla grande ad usare questi strumenti.
Non limitiamoci a guardare i bulli deficienti, alle cretinette che si fanno i selfie da lolite in calore, agli ignoranti che sanno solo offendere ed insultare. Quelli c’erano anche quando eravamo adolescenti noi, avevano altri strumenti con cui espletare queste orrende pratiche, ma lo facevano lo stesso.
C’è una valanga di giovani là fuori che sa usare più che bene questo strumento, anche meglio di noi.
Loro ci sono nati dentro e stanno dentro a questo meccanismo da sempre, quindi hanno imparato a comunicare correttamente in maniera del tutto naturale, come è stato per tutti imparare a camminare. Per noi generazione del mezzo, ci sono i corsi su comunicazione e corretto utilizzo dei social network, per loro no, non ce n’è bisogno, sanno già come rivolgersi al proprio “pubblico” per non offendere o essere fraintesi, per lanciare una provocazione o per incuriosire, loro sanno smascherare un profilo fake (falso) e sanno come ignorare un attacco. Loro sanno già. Lo imparano gradualmente e fanno proprie le esperienze. Sanno come proteggersi, come rispondere, come ignorare.
Questo gap tra noi e loro, questa loro competenza che noi ancora non abbiamo, viene ogni giorno dimostrato dal fatto che noi mamme non sappiamo neanche comunicare correttamente su whatsapp, senza fraintendere, senza fare polemica, siamo bravissime a capire una cosa per un’altra, manipolare, farci film, ecc…
Loro invece con whatsapp riescono a comunicare “la qualunque”, in maniera diretta, precisa e corretta.
3. Interconnessione tra social network e vita reale
Loro sanno che se commettono una cavolata e la immortalano sui social, è a loro rischio e pericolo, loro sanno come veicolare messaggi positivi, come supportare campagne, come sollevare richieste, domande. Loro sanno che oggi la rivoluzione può partire anche da un tweet.
Noi ancora non abbiamo ben chiaro a quanti possa arrivare un nostro post scritto al volo su facebook o su twitter, loro sanno smanettare con hashtag e privacy per nascondere contenuti o per esaltarli.
Noi ci illudiamo di mantenere un certo anonimato e ci riusciamo poco e male, loro sanno che non esiste anonimato in rete.
4. Social Network e conoscenze di base di tecnologia
Altra bella cosa: loro di tecnologia sanno, almeno un minimo, ma sanno. Stanno assumendo, anche involontariamente, delle competenze che, nel loro futuro, sono essenziali. E questo è per loro solo la base per spiccare il volo. Sanno destreggiarsi tra accensioni, app, aggiornamenti, plug-in, forse anche sanno di html e programmazione, senza neanche aver seguito un corso, ma solo un paio di tutorial. E’ un male questo?
Per come la penso, ritengo che tutto questo sia un bene.
Impariamo da loro, avviciniamoci al loro mondo, facciamoci accompagnare, farà bene a noi e anche a loro.
E scrolliamoci di dosso le tanto odiate frasi, di quando eravamo giovani anche noi: “Si stava meglio quando si stava peggio“, perchè non è così.
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Per me i social sono una benedizione e mi piace quando mi capita di usarli per lavoro, ad esempio. Per chi vuole fare marketing o giornalismo, ormai, sono l’ABC e quindi le nuove generazioni si ritroveranno avanti con il lavoro. Che poi “nuove generazioni”…alla fine noi non siamo vecchiette 😀 anzi, tra blogger ormai siamo più informate di tanti altri 🙂
l’unico lato che non mi piace della questione è quando si esagera e il rischio c’è. Non so per i più giovani, ma io mi rendo conto che tra me, mio marito, i nostri coetanei prima ancora che i ragazzi, c’è la tendenza a farsi assorbire troppo, a rispondere appena possibile, senza mettere un limite tra la vita privata e quella social. Ma, ripeto, noto che questo è un difetto tra chi ha superato i 30, perciò abbiamo poco da lamentarci!
Esattamente, questo forse è un rischio che corriamo soltanto noi. Molto probabilmente i giovani riescono a regolamentarsi adeguatamente.