Last Updated on 30 Novembre 2018 by Micaela

Se sei mamma e hai bimbi che vanno a scuola, sai perfettamente di cosa sto parlando: i gruppi che spuntano come funghi su whatsapp, relativi alla classe a cui appartengono i tuoi bimbi.

Se sei mamma e hai disgraziatamente installato whatsapp, sai che a certe ore del giorno, in maniera regolare, cadenzata, che sia giorno festivo oppure no, il cellulare comincia a blinkare, tremare, eccetera.

Se sei mamma, inevitabilmente hai fatto in modo di inserirti in questi gruppi, che: “non si sa mai mi scappa una qualche informazione di vitale importanza…”

Gli argomenti preferiti nei gruppi whatsup delle mamme

E su questi gruppi di whatsapp, che nascono con le migliori intenzioni quali condividere informazioni scolastiche, avvisi importanti di scioperi, uscite anticipate, compiti, e varie ed eventuali… in maniera convulsa, soprattutto se tuo figlio appartiene ancora alla fascia d’età in cui gli argomenti principali sono “pappe e cacche“, si parla appunto delle suddette: conversazioni intere, che durano per serate intere, che enucleano colore, densità e odore delle cacche in questione.
Oppure, come dicevo, argomento principe è la pappa: cosa hanno mangiato i bimbi a scuola!
E questo argomento viene toccato con una profondità e un’accuratezza tale, che nemmeno nei paesi in cui si patisce la fame si riesce a fare.
Se poi, disgraziatamente, circolano pidocchi e virus vari, allora la conversazione diventa un bollettino di guerra: le mamme fanno a gara a chi sta peggio e tanto ci si condiziona l’una con l’altra, che una tachipirina gliela dai lo stesso al bimbo, anche se non ha febbre e sintomi particolari, così, giusto per compagnia e per non essere da meno, tanto che, invece di esultare che tuo figlio stia ancora bene in un lazzaretto simile, cominci a vacillare e a chiederti: “Come mai non si è ammalato???”.

Se tuo figlio frequenta la scuola primaria, non importa che stia in prima, seconda o quinta, appena si esce da scuola, arriva immancabile la domanda: “Che compiti ci sono per domani?“.
Il che, voglio dire, sarebbe lecito se il bambino in questione fosse rimasto a casa da scuola quel giorno, in realtà era a scuola vivo e vegeto, ma quella mamma, tipicamente quasi sempre la stessa, alle 16.35 piomba nel gruppo con quella domanda. E io vorrei sempre risponderle con un: “Ma tuo figlio, dove sta quando assegnano i compiti in classe?”. Ma non lo faccio, che altrimenti sono sempre la solita rompiscatole e mi faccio i fatti miei.

E poi, altri argomenti che continuano a rimbalzare in questo genere di gruppi sono i regali.
Regali di compleanno di tutti e 25 i bambini, regali di Natale per maestre et affini, regali regali regali e relativa raccolta fondi.
Detta così, va anche bene, benissimo direi. Non va bene se ad un avviso del tipo: “Mamme, ho provveduto a comprare i regali per le maestre”, seguono ben 18 “grazie” con varie faccette annesse e connesse in tutte le lingue del mondo. Abbasta!

Ok, lo so, si possono togliere le notifiche…
Ma quella vocina in fondo alla testa che mi dice: “E se poi mi perdo qualcosa di importante?” continua sempre a risuonare e PUNTUALMENTE me la perdo, la cosa importante, nella miriade di sciocchezze e ringraziamenti vari che vengono sciorinati, insieme a “cacche e pappe”.

Se siete quindi come me, completamente allergiche a questo tipo di gruppi, tiratevene fuori con una scusa qualunque (anzi, io neanche ho dato una scusa…), a patto che abbiate come amica, una mamma della classe di fiducia che abbia la pazienza, la costanza e la voglia di avvisarvi nel caso, da questi gruppi, uscisse fuori davvero qualcosa di importante da sapere.
Oppure, fingetevi morte.
Ecco.
E mo’, l’ho detto.

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9 pensiero su “I gruppi whatsapp delle mamme”
  1. Bravissima! Io l’ho già fatto. E ti assicuro che nemmeno in quarta elementare le cose vanno tanto diversamente!

  2. A me certi gruppi scuotono il sistema nervoso a livelli umanamente inquantificabili, tutti i gruppi WhatsApp a dirtela tutta, non solo quelli dei genitori della classe di mio figlio. Riflettevo tempo fa sul mio blog sull’argomento. Io, che sono decisamente meno educata di te, ho definito il fenomeno con la grazia propria del mio amabile carattere “WhatsApp, la nuova frontiera dello sminchiamento virtuale”. Lieta di apprendere che non sono l’unica ipersensibile a certe problematiche, poi a una vengono i dubbi: non è che ho contratto la sindrome del nonno di Heidi? Mi sa di no, per fortuna.

    1. guarda… anche a me ne dicono di tutti i colori proprio per questo mio modo di pensare. E ammesso anche avessimo contratto la sindrome del nonno di Heidi, sai che ti dico?!?! Ecchissene!!!! 😀
      Preferisco vivere!

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