Last Updated on 5 Febbraio 2022 by Micaela

Il sapore del successo è un film che parla della voglia di riscatto di uno chef (Bradley Cooper) che è artefice della sua vita disastrata.

Nonostante sia uno degli chef più famosi di sempre, Adam Jones riesce a rovinarsi la vita facendo tutto quello che non avrebbe dovuto fare: alcol, scelte sbagliate, investimenti perduti e un ego talmente grande, da schiacciare se stesso.

Una volta scontate tutte le sue colpe, avendo pulito un milione di ostriche al mercato del pesce, una volta uscito (o quasi) dalle sue dipendenze, Adam riprende la propria vita in mano e vuole ritornare in auge anche meglio di prima. Scontroso, determinato, bastardo come pochi, è disposto a schiacciare tutto e tutti pur di riuscire nel suo intento. Il suo ego non ne è uscito scalfito nemmeno di striscio da tutto ciò che ha combinato in passato, anzi, ne è uscito forse ancora più gigante.
Riconosciuto da tutti per essere ancora il migliore, viene però temuto e osservato per il suo essere imprevedibile e pericoloso. Difficile investire su un soggetto simile perchè potrebbe essere di nuovo un grosso e roboante fallimento, ma se poi non fosse così, il successo potrebbe essere anche maggiore di quanto ci si possa mai immaginare. E allora forse vale la pena tentare.

Nella sua cucina lui è spietato, pretende il massimo, pretende dedizione totale, trasporto, precisione e perfezione, oltre ogni limite. Al suo fianco, come aiuto chef c’è Sienna Miller, che ovviamente, subisce il fascino di quel bruto e dannato di Adam.

Un film che parla di cucina, ma non di sapori

Vengono infilate una serie di situazioni abbastanza scontate, ma efficaci per la storia, che avrebbe potuto essere più robusta.
Il film riesce nel complesso bene, peccato che la cucina, nonostante dovesse essere centrale nella storia, non venga raccontata come protagonista.
Nel film sembra che l’unica cosa importante per la riuscita di un piatto sia solo l’impiattamento. Per il resto, non viene dato spazio ai sapori, alle combinazioni, al vero estro che si richiede ad uno chef stellato. Il cibo non è nemmeno coprotagonista. Si riduce ad una comparsa. Quindi, che sapore ha il successo?
Peccato.

Una storia, questa, che parla di voglia di rivincita e di riscatto, in cui l’uomo è davvero artefice del proprio destino.

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