Un paesino scosso da un delitto efferato. La giovane vita di Alice è stata brutalmente…
Last Updated on 21 Marzo 2022 by Micaela
La fiera delle illusioni, il nuovo film di Guillermo Del Toro conferma le tematiche a lui care: la diversità, la percezione della realtà in base al proprio vissuto, il lato oscuro di ciascuno di noi che ci spinge a fare cose impensabili.
Sta per scoppiare la seconda guerra mondiale. Una compagnia circense ben assortita cerca di attrarre pubblico inventando numeri sempre più incredibili. Sembrerebbe una tematica già vista in altri scenari (mi viene da pensare all’italianissimo Freaks Out, sia per contenuto e sia per ambientazione storica), ma i risvolti sono subito ben diversi.
L’illusione riesce se l’altro desidera essere illuso
Al centro della storia c’è un uomo di grande intuito, che sfrutta intelligenza e spirito di osservazione, abbinandoli alla capacità di imparare da chi ne sa di più. E infatti diventa un mentalista: un uomo capace di illudere il prossimo raccontandogli il suo futuro, il suo passato e magari facendogli incontrare i cari defunti, cogliendo i dettagli dell’altro e riportandogli esattamente ciò che quello vuole sentirsi dire.
Un’arte, questa, vecchia come il mondo, come gli oracoli greci. Eppure le persone bisognose di conferme e di sicurezza, credono in lui, fino a ricoprirlo di successo.
Questa sua capacità, quando viene combinata da astuzia e da alcuno scrupolo, gli si ritorce contro. Le cose escono fuori dal suo controllo e lui stesso diventa vittima di un’illusione.
Le atmosfere cupe del film sono tipiche dei film di Guillermo Del Toro. Il ritmo è molto lento. I dettagli sono infinitesimali, crudi, vividi. Si sente quasi la polverosità di quei tendoni da circo, l’area fitta del fumo di sigarette dei locali. E mai un giorno di sole e di luce per tutto l’arco del film: solo pioggia, tanta pioggia e tuoni e neve e grigio e freddo e quasi vengono i brividi al solo vedere quelle scene.
La differenza tra illusione e truffa
E’ una linea sottile e impalpabile la differenza che divide il gioco di illusione dalla vera truffa. L’etica dell’illusionista vuole che in realtà dovrebbe semplicemente intrattenere e non debordare nello spiritismo o negli antri dell’animo umano che potrebbero essere molto sensibili e influenzabili. Le conseguenze di questi inganni possono essere anche irreversibili e molto gravi. Chi è responsabile delle conseguenze, in questi casi? L’illusionista oppure chi si è fatto illudere? Del resto, chi ci ha creduto, l’ha fatto in completa libertà, responsabilmente. Del resto, chi aveva così disperato bisogno di credere a quelle parole di conforto?
Per tutta la durata del film ci si aspetta la svolta “mistica”, quel velo di magia che diventa realtà e quella tensione fa sì che la curiosità di andare avanti a capire sia un crescendo.
In fondo, sono caduta nella tela dell’illusione anche io: tanta era la voglia di vedere che quei poteri fossero reali, che ci fosse qualcosa di concreto in quell’impalpabile sincronismo di gesti e parole. Illusione, anche questa.
Tutti siamo tormentati da fantasmi del passato, da rimorsi e rimpianti. Abbiamo persone care che non ci sono più che vorremmo incontrare. Abbiamo dei segreti. Tutti abbiamo le stesse ancestrali paure, eppure ci buttiamo ancora dentro a queste illusioni e ci aggrappiamo ad esse, ci vogliamo credere con la speranza che questa volta, proprio perchè ci riguardano in prima persona, siano vere. Assolutamente vere. Non potrebbe essere diversamente.
E ancora. Tutte le declinazioni possibili dell’illusione sono srotolate nell’arco del film: non solo l’inganno da cui trarre profitto, ma l’illusione di far credere ad altri ciò che non si è, di riempire la propria vita di così tante bugie, tanto da crederci noi stessi, fino a quando non si distingue più la realtà dalla fantasia e non si riesce più a farne a meno. L’illusione è come una droga: più riesci a renderla credibile e più vuoi crearne di più grandi, plateali, mostruose.
La fiera delle illusioni: come un vecchio film noir
Il cast è eccezionale: Bradley Cooper, Cate Blanchett, Rooney Mara, Willem Dafoe e Toni Collette.
Del Toro omaggia i vecchi film noir, dal sapore vintage, per inquadrature, tecniche cinematografiche, sfumature e soggetti. Con una ricostruzione di ambientazioni, costumi e abitudini meticolose e precise.
Ma tutto, inevitabilmente, chiede il conto. Alla fine.
La fiera delle illusioni Nightmare Alley è al cinema, dal 27 gennaio.