Ho terminato di leggere anche questo libro... non ho ripreso i ritmi di una volta,…
Last Updated on 24 Giugno 2023 by Micaela
La Sirenetta in versione live action delude le aspettative, inutile girarci intorno.
All’annuncio del cast, che vedeva una nuova Sirenetta interpretata da Halle Beiley, il film si preannunciava come innovativo e come una pellicola che avrebbe segnato una svolta nel mondo Disney. Infatti tale rivelazione ha sollevato non poche critiche. Ma di fatto, la vera e propria storia non è stata cambiata di una virgola. Tutto ricalca in maniera fedele e pedissequa il cartone Disney del 1989.
Canzoni, sequenze, battute, inquadrature tutto l’intero film ricopia il cartone, allungando il brodo e facendolo diventare di 135 minuti aggiungendo qualche dettaglio evitabile e qualche nuova canzone (non degna di nota particolare). Insomma, da questo si può capire che se si vuole vedere la trasposizione esatta del cartone in film, non si rimarrà delusi, se invece si va in sala con l’aspettativa di vedere qualcosa di diverso, di più “trasgressivo” e innovativo, allora no, non si verrà affatto accontentati.
La storia in versione Disney
La storia è sempre quella in versione edulcorata Disney. Ariel è una delle meravigliose e perfette figlie del re Tritone. Nutre un’attrazione incondizionata verso il mondo in superficie e nonostante i continui divieti del padre e del suo scagnozzo (il granchio Sebastian), lei va avanti per la propria strada, fino a trovarsi nel bel mezzo di una tempesta in mare. Qui naufraga un bel principe di cui si innamora perdutamente al primo sguardo.
Il resto della storia si sa bene.
Le Sirenetta non convince
Se è vero che le figlie del re Tritone sono tutte diverse tra loro e rappresentano l’intero globo terracqueo, è anche vero che sono tutte perfette, in forma invidiabile, con chiome da testimonial pubblicitario, mentre Ursula, cupa e curvy, è la cattiva della storia e nemmeno granché caratterizzata come invece veniva fatto nel cartone. Anche qui, un’altra occasione persa.
Il povero Sebastian perde di verve e simpatia. Forse è colpa del doppiaggio (la voce del granchio è di Mahmood)? Molto probabile. Segno questo che è meglio lasciar fare ai doppiatori professionisti il proprio lavoro e ai cantanti quello di incantare con la voce in altro modo. Il nuovo Sebastian è un po’ moscio e scontato, direi. La scena del povero Sebastian che scappa dalle grinfie del cuoco che voleva cucinarlo non appare nemmeno accennata, quella era una delle più divertenti dell’intera sequenza animata. Peccato!
Gli elementi narrativi introdotti, come l’amnesia data ad Ariel come incantesimo oltre all’esser rimasta senza voce, non ha alcun effetto sulla storia, per quale motivo inserirla quindi?
Il rapporto complesso tra re Tritone e la sorella Ursula, perché non è stato approfondito? Solo lievi accenni e nulla di più.
Le vecchie canzoni sono meravigliose come sempre
Insomma, le sequenze con le vecchie canzoni riscaldano il cuore e riportano alla mente memorie passate che sono sempre piacevoli, perché legate ai cartoni Disney della nostra infanzia, su questo non c’è dubbio. Per il resto, questo live action era evitabilissimo.
I valori
Il messaggio che porta il film è sempre lo stesso, ma non per questo ha perso di importanza. I figli non sono proprietà dei genitori e le loro scelte vanno rispettate. Quel che può fare un genitore è guardargli le spalle, consigliare e osservare da lontano. Nulla di più.
Nel momento in cui si condiziona il futuro del proprio figlio, si può determinare la sua infelicità e aumentare le probabilità che si cacci in qualche guaio serio.
Grande lezione di vita questa, soprattutto per noi genitori in sala.
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