Che fare i compiti sia una gran rottura di scatole, è ovvio. E’ un fatto acclarato. E’ sempre stato così e sempre lo sarà. Per tutti. Amen.
Ma vi assicuro che a casa nostra lo strazio dei compiti è qualcosa di umanamente impensabile!

strazio dei compiti

Ora. Pensate di avere a che fare con 3 bambini di età diverse (di cui uno di quasi 4 anni), esigenze diverse e rotture di scatole diverse.

Seguire nei compiti due figlie, di classi differenti, con e un nanerottolo di 4 anni, che non si annichilisce davanti alla televisione come un bambino qualsiasi, che non si instupidisce giocando con il tablet, che non si annienta con nulla, nemmeno minacciandolo con i più tremendi ricatti, signori miei, vi assicuro, che è qualcosa di estenuante, straziante, avvilente, frustrante, innervosente e stracciamaroni che il mio sistema nervoso abbia mai sopportato.
E chi si trova nella mia situazione sa che non sto dicendo qualcosa di falso, nè che sto esagerando.

Ai soliti: “Mamma, mi aiuti?“, “Mamma, non ci riesco!“, “Mamma, che vuol dire?“, “Mamma non mi va“, “Mamma, la maestra è cattiva!“, “Mamma, ho fatto bene?“, “Mamma, ma 4×8 fa 32?“, “Mamma, ma accenna ha 1 c e 2 n oppure 2 c e 1 n?”, “Mamma, non trovo…
si aggiungono: gli spintoni di Massimo, il suo lancio di oggetti, i suoi urli fatti di proposito mentre la sorella ripete la poesia, gli scarabocchi sui loro quaderni fatti a tradimento, le sue richieste impellenti (fame/cacca/pipì/mocciolo/…), i salti mortali dal divano, i pianti improvvisi, …

Il mio sistema nervoso è seriamente messo a dura prova da questi tre quando arriva il momento di fare i compiti a casa. E non è soltanto perchè chi deve svolgerli ha la piccola difficoltà contingente, è proprio l’accavallarsi di difficoltà contingenti che mi fa saltare i nervi, mi fa salire l’ansia, mi stringe la gola, mi fa avvampare le orecchie… mantenere la calma, in questi casi, è praticamente impossibile.
E’ il richiamo continuo, il ritmo incessante e, anzi, incalzante, delle richieste, è il tono di domanda misto a lagna, è il sovrapporsi di richieste… è questo che mi manda al manicomio, che mi fa sentire la pazienza sfilacciarmisi un po’ alla volta, sento partire le corde una ad una… sdoing, sdoing!!
Comincio ad andare avanti e indietro come una pallina dentro un flipper, sbattendo a destra e a manca, senza riuscire a rispondere efficacemente ad alcuno dei tre, che, non adeguatamente ascoltati, non ricevendo una risposta soddisfacente, incalzano con la domanda e rilanciano… sempre di più.
Aiuto!
Ciò che in genere faccio, quando vedo che non riesco più nemmeno a respirare, è fuggire: vado in bagno con la scusa che me la sto facendo sotto. Eh, è da codardi scappare, ma lo faccio, perchè è l’unica soluzione che riesco a trovare in quel momento, oltre all’urlare come una pazza.

Funziona? No. Ma sopravvivo.
Forse dovrei munirmi di sacchetto di carta in cui respirare quando sento venirmi questi attacchi di panico. Ma Massimo sarebbe capacissimo di schiacciarmelo sulla faccia una volta che lo vede gonfiarsi.

Insomma, lo strazio dei compiti mi annienta letteralmente.

Ditemi, voi come fate?
Come si riesce a gestire questo genere di situazione?
Come si fa a non uscire fuori di testa?
E non è che sono di quelle mamme che si mettono sedute a fare i compiti insieme ai figli, non lo reputo utile e nemmeno mi va, a dirla tutta. Non mi va.

Dio dei compiti, ovunque tu sia, dammi la pazienza e la forza, che altrimenti sti tre, li lascio analfabeti e va andrà anche bene così.

Un pensiero su “Lo strazio dei compiti con più figli”
  1. Figlio ingobbito sul tavolino e tendenzialmente incazzato e papa a dirgli come fare i compiti, con tanto di predicozze infinite su quanto il ragazzo fosse indisciplinato o, ancora peggio, poco attento o irrispettoso.

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