L'apparenza delle cose: film del 2021, thriller psicologico con tratti paranormali. Incuriosisce ma non tiene…
Last Updated on 6 Febbraio 2022 by Micaela
Songbird è il film che riporta l’evoluzione della pandemia da Covid, fino ad un ipotetico virus Covid-23. E la situazione non è affatto rosea.
Si continua a morire in solitudine di questo virus, esistono leggi ferree di coprifuoco e tracciamento contatti.
Esistono dispositivi che permettono di monitorare la salute del singolo cittadino semplicemente facendo lo scanning del proprio virus da telefono cellulare, se la temperatura raggiunge una certa soglia, nel giro di poche ore arrivano a prenderti uomini in tenuta antipandemica per deportarti in quartieri appositi, da cui non si ritorna più.
Le strade sono deserte, la natura si sta riprendendo pian piano il suo posto, degrado e paura tutto intorno.
E se il covid continuasse ad essere pericoloso?
C’è chi si è organizzato e si è adattato. C’è chi è immune, non si capisce bene per quale motivo (non si menzionano vaccini e cure particolari, sembrerebbe essere una sorta di fortuna del proprio bagaglio genetico) e può condurre una pseudo vita in alcune ore della giornata all’aperto. Per chi non è immune, l’unica alternativa è barricarsi in casa, non aprire a nessuno, nemmeno al vicino di pianerottolo e sterilizzare qualsiasi cosa.
Uno scenario apocalittico, certo, ma non tanto lontano da quanto abbiamo vissuto nel primo lockdown o che in parte stiamo ancora vivendo.
Paura, incertezza, totale controllo sono esasperate da questo film, che, come è giusto che sia, esplora eventualità che potrebbero essere, anche per assurdo, ma che speriamo non saranno mai.
Songbird: l’amore di due ragazzi che vogliono soltanto abbracciarsi
In questa cornice, due ragazzi si conoscono per caso: Nico fa consegne a domicilio, è un immune, ha il tanto ambito braccialetto giallo. Sara invece vive barricata in casa con la nonna, che presto si ammala. I due si sono conosciuti in piena pandemia, non si sono mai toccati, guardati occhi negli occhi senza un video in mezzo a loro, eppure sono molto legati. Trascorrono il loro tempo raccontandosi la propria quotidianità in lunghe videochiamate. Un po’ come stanno già facendo i nostri figli, costretti in casa per quarantene e restrizioni. Scene quindi, che già si vive.
Il loro sogno è potersi abbracciare.
Una serie di altri personaggi si intrecciano, svelando una rete clandestina che vende braccialetti gialli, svelando padri di famiglia che in barba a coprifuoco o altri pericoli a cui espongono la propria famiglia, escono dalle proprie case di notte in cerca di piacere a pagamento, svelano persone ciniche che se ne approfittano della situazione.
Los Angeles nel periodo del primo lockdown
Il film è stato girato a Los Angeles durante il primo lockdown, quindi la scenografia è davvero credibile e familiare per chiunque abbia vissuto questo periodo in una grande città. Le scene spettrali e di desolazione ci si sono impresse nella memoria per sempre.
Songbird è il classico film che cavalca il sentimento del momento per poterne esplorare dinamiche e scenari, esasperando la situazione come è giusto che sia per poterne raccontare i vari risvolti e per mettere in evidenzia dei meccanismi che, di fatto, già sono in essere.
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